mercoledì 15 febbraio 2012

SANREMO: CELENTANO E PAPALEO

Adriano Celentano ieri sera non ha deluso le aspettative dei tanti che immaginavano un suo intervento a testa bassa su tutto e tutti. Prima le bombe  e le esplosioni della guerra simulata in studio, poi i tanti attacchi a politici, porporati e togati. La politica (vecchi e nuovi poteri), la Consulta (per il referendum), i critici televisivi (Aldo Grasso), la Chiesa (i suoi giornali e i suoi preti più impegnati a far politica che a salvare le anime), nessuno è stato risparmiato. I due schieramenti italici sono già sul campo di battaglia; da un lato i tanti detrattori del molleggiato (molti a destra), dall'altro quelli che lo considerano un misto tra un guru ed un profeta. In mezzo, quelli come me che ritengono che abbia detto cose tutto sommato giuste, ma non meritevoli di tanto scalpore. Che la Chiesa stia affrontando uno dei suoi periodi più neri, non è cosa da segrete stanze (basta guardare il calo delle vocazioni per avere un'idea indiretta di quella che è l'immagine riflessa nei fedeli). Che la politica abbia toccato il punto più basso della nostra storia, non sembra una farneticazione. Che le politiche guerrafondaie e capitaliste degli stati europei (e non) stiano rovinando quel pò di civiltà che è rimasta, non mi pare siano solo sparate ad effetto. Celentano ha detto ciò che in tanti ormai pensano da tempo. 
Ci vuole coraggio nel farlo dal Festival e, per questo, si deve riconoscere ad Adriano il suo merito.
Ma senza dover per questo mitizzarlo o, in alternativa, fustigarlo.Una delle domande di Celentano però dovremmo farcela tutte le mattine: "che cazzo di vita è questa?"


Per lo spread, per la crisi economica fasulla, per gli errori di pochi speculatori, si può per questo sacrificare la giustizia sociale, la dignità dei lavoratori, la protezione dell'ambiente, la maternità e la vita di milioni di italiani?

Si può davvero pensare che in un'Italia dove si chiedono sacrifici solo ai poveri, Celentano abbia sparato solo farneticazioni?
Perché oggi tanti italiani sono indignati dall'uso del mezzo televisivo (per il quale paghiamo il canone) di Celentano, mentre ignorano quello che si è fatto (ci ricordiamo Minzolini?) e che si continua a fare per servire la politica?
Per me Celentano ha solo detto una parte di quello che andava detto.
In ogni caso, secondo me, ha dato il suo contributo alla giusta causa (un'Italia migliore di questa!).


Prima di chiudere, una considerazione su Rocco Papaleo. Quest'artista dovrebbe avere molta più fortuna.
A mio parere è l'artista più talentuoso che abbiamo in Italia. Poetico, profondo, comico, teatrale, animale da palcoscenico, eclettico, carico di tragedia. Papaleo è universale. Che debba presentare, recitare, cantare o semplicemente presenziare una manifestazione, è sempre una spanna sopra gli altri. Basta guardare  la "scomparsa" dell'incolpevole Morandi mentre, accanto a Rocco sul palco, cercava di farsi notare inutilmente.
Rocco la Basilicata esiste! E per nostra fortuna ti ha dato i natali!!!!



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