mercoledì 29 febbraio 2012

NO TAV: IL GIORNALE, LIBERO E IL GIUSTIZIALISMO UN TANTO AL KILO

A parte i toni aggressivi, le frasi alla "minchia Sabry" prese direttamente dallo slang giovanile, le vignette con i faccioni e gli scoop spesso indirizzati politicamente, la cosa che più mi colpisce dei due quotidiani in questione (Il Giornale e Libero) è l'assoluta naturalezza con la quale riescono ad alternare  un buonismo estenuante ed una cattiveria inaudita.
Mi spiego meglio.
Quando si tratta di sdoganare a peccati veniali (anzi da invidiare)  le notti "brave" a base di escort, le pressioni telefoniche sulla questura per far rilasciare la "nipote di Mubarak", i voli di Stato per "portare le ragazze", le utilizzazioni finali di aspiranti starlette,  le leggi ad personam per salvarsi dai processi e tutta la "galleria degli orrori" che abbiamo visitato  inegli ultimi 20 anni, questi giornalisti non si tirano mai indietro. Anzi, rilanciano. Nella difesa ad oltranza di chi sappiamo, attaccano tutto e tutti: la magistratura che indaga, i giudici che giudicano ed ogni altro organo dello stato che, nel pieno rispetto della giustizia, ha l'ingrato compito di contestare dei reati (gravissimi) a chi poi, tra un bunga bunga e una cena elegante, piazza qualche decreto su misura per farla franca.
Cosa che accade puntualmente-
Ma per i giornisti di cui parlo, quello è accanimento giudiziario; è uso politico della magistratura; è giustizialismo ad orologeria; e le "reazioni" dell'indagato sono  solo legittima difesa. E quando, proprio grazie ad una legge ad personam, chi sappiamo viene prescritto, questi giornalisti esultano come fossero tifosi ad una partita: "i pm perdono ancora", "così è fallito l'agguato dei pm" ecc ecc ecc.
Ma quando a "sbagliare" è l'uomo della strada, ecco che divengono dei moderni Savonarola.
La legge diviene la loro stella polare.
Ecco che si riscoprono paladini del giusto a tutti i  costi.
Basta guardare cosa sono riusciti a scrivere su Luca Abbà.
Un uomo che, avrà fatto i suoi errori ma che, a differenza di chi sappiamo, sta pagando ed anche a caro prezzo i suoi sbagli.
E per Abbà, nella foga di dimostrare quanto siano cittadini modello (le leggi vanno rispettate a targhe alterne?), questi giornalisti hanno colpito nel profondo (è solo un cretinetti? Se l'è cercata?), dimenticando che, prima di tutto, viene la dignità per un uomo che versa in coma farmacologico.

Ognuno ha le sue idee di politica e di giustizia.
Ma è davvero troppo pretendere almeno un pò di coerenza?
Non si può tifare un giorno il commissario Basettoni ed un altro Macchianera.
Non si può sempre essere così deboli con i forti e forti con i deboli.
Chi commette dei reati deve pagare, a prescindere dal suo conto in banca, dal suo potere politico o dal suo poter  controllare i media.
O le regole valgono solo per i poveracci?


LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI

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