mercoledì 31 luglio 2013

PAPITO SU TWITTER

Alla fine ho ceduto anche io.
So che non me lo perdonerò mai.

@papito1492


DAN BROWN VS PAPITO 1:0

Mi ero ripromesso di dedicare del tempo all'improponibile ultima fatica di Brown (Inferno), analizzando per bene quell'immondo volume, nella speranza di lenire il dolore derivante dall'aver comprato quella ciofeca.
Nonostante l'impegno, il risultato è ingestibile.
Per farvi capire, ho riscritto l'intero libro su un software di statistica testuale, in modo da avere l'analisi completa, ed ho elaborato una tabella infinita (saranno 200 pagine).
E' come mettersi a contare le stelle del cielo per poi piazzarle a mano su un foglio grande come campo di calcio. Peccato, perché avevo raccolto tutti i luoghi comuni, le frasi fatte, gli errori, le pubblicità, le traduzioni inverosimili, i controsensi, gli errori storici, le descrizioni da guida turistica, tutto il solito Dan Brown insomma.
Per non sprecare completamente il lavoro, ho pensato di pubblicare ogni tanto qualche post, con un piccolissimo stralcio di tutto quanto ho "scoperto".

NB: non mi perdonerò mai di aver comprato quel libro!

martedì 30 luglio 2013

LEGHISTI AVETE DIMENTICATO?

Schiacciati da una crisi di consensi senza precedenti e dal fallimento globale del loro  progetto politico ventennale(la padania?L'indipendenza?Il federalismo?Il federalismo fiscale?La macroregione del nord?), i leghisti hanno ricominciato ad alzare i toni con le tipiche armi di distrazione di massa.
I temi sono sempre i soliti, così come gli obiettivi: il Sud, i migranti e tutti quelli che riconoscono come diversi.
Oggi per esempio, un tal Buonanno (onorevole leghista piemontese) ha pensato bene di attaccare SEL definendola una lobby di sodomiti.
Insomma, il livello è sempre quello.
Superato lo sdegno provocato da queste indegne parole, non mi rimane che ricordare ai leghisti tutti e, in particolare a questo Buonanno, che anche noi italiani siamo stati emigranti.
E non parlo solo dei meridionali. No, no.
Non cari leghisti non vi chiedo di aprire un libro di storia, che sarebbe pretendere troppo, ma di parlare con i vostri vecchi parenti: qualcuno di loro vi potrà narrare di quando il padre di vostro padre, lombardo, piemontese, friulano, veneto o, come amate dire, padano, veniva deriso, offeso, umiliato e trattato come un animale  dagli abitanti del paese "ospitante. Chiedete loro, scoprirete che il razzismo è un male che colpisce solo gli uomini stupidi.
Guardate la cartina che vi allego (tratta da questo link http://it.wikipedia.org/wiki/File:%C3%89migration_italienne_par_r%C3%A9gions_1876-1915.jpg)


Li vedete i numerini che interessano la vostra "padania"?
Beh, quelli erano lombardi, veneti, friulani, emiliani, piemontesi, e soffrivano all'estero come soffrono oggi i tanti migranti discriminati da gente che tra una salamella e l'altra, tra una battuta razzista e un sole delle Alpi, ha dimenticato.
LEGHISTI APRITE GLI OCCHI!

IL RAZZISMO E' UN MALE CHE COLPISCE SOLO GLI UOMINI STUPIDI.

lunedì 29 luglio 2013

IN ATTESA DELLA SENTENZA BERLUSCONI

Siamo ancora qui.
Appesi come sempre al destino giudiziario dell'italiano "più uguale degli altri" che continua a condizionare la vita politica, economica e sociale del nostro Paese (Paese continuerò scriverlo con la P maiuscola fino a quando sentirò che se lo merita).
Ultimamente le mie previsioni sugli esiti processuali del già citato figuro sono troppo condizionate dagli infausti precedenti e dalla paura che possa farla franca ancora una volta, ed infatti le sto sbagliando tutte.
Anche questa volta ho paura che si salvi e quindi penso che i giudici opteranno per la linea pilatesca della richiesta di approfondimenti su qualche punto della precedente sentenza, e ciò col solo fine di far scattare la prescrizione. Naturalmente spero che venga invece giustamente condannato e che sconti la sua pena.
Vedremo.
In ogni caso, il giudizio della storia sarà giusto ed implacabile.
Saprà collocarlo dove merita e, fossi in lui, non sarei fiducioso.
Vedremo.

RIFLETTENDO SUI POLARETTI

Preda di un acquisto d'impulso, forse a causa della caldazza di ieri e in controtendenza con la giornata da tempesta tropicale, oggi ho incredibilmente comprato i Polaretti (i ghiaccioli per bambini).
E' la prima volta in vita mia che compro questi sacchettini colorati e ne ignoro totalmente il gusto(vedremo), ma non è di questo che volevo parlare.
Nell'aprire la scatolotta mi sono ritrovato nelle mani il regalo a misura di bambino: un pupazzetto di plastica della serie "personaggi in 3D".
Che già uno lì dice: ma se è un pupazzetto, dotato di una forma e di un volume, è già in 3 dimensioni. Specificare il 3D ha senso per le immagini bidimensionali (per le quali la 3 dimensione, la profondità, viene appunto creata con un artificio ottico) non per una statuetta in plastica.
Ma non andiamo troppo per il sottile.
Parliamo invece del personaggio che la sorte mi ha destinato: tal "Orca Minorca", definita "la cattiva, trafficona e combinaguai".
Vi allego di seguito qualche foto della cattivona e le mie impressioni:

SCACCHI PER IL MONDO

Gli scacchi per corrispondenza conservano una poesia che è difficile da descrivere.
Di solito scelgo giocatori favorevoli in termini di fuso orario (brasiliani, statunitensi, australiani e giù di lì), ma anche gli altri sono ben accetti.
Solo qualche mossa per serata, con partite che durano settimane, mesi. Tanto tempo a disposizione per studiare, crescere, riflettere. Ho notato che in questo modo, libero dallo stress di dover chiudere rapidamente la partita (come capita nelle partite "dirette"), gli schemi delle singole partite mi tornano in mente nei momenti più impensabili della giornata e ciò mi permette di sfruttare, insieme al lato analitico, anche quello creativo. Dei giocatori conosco solo il nickname e la nazionalità e, grazie ad un sistema di  messaggi incorporato nella partita e compatibilmente con la lingua, posso discutere di errori, soluzioni affascinanti, altre partite. Ma la poesia è in tutto il resto del tempo che divide una mossa da quella del giorno successivo. Ognuno di noi vive la propria vita, tra gioie e dolori, nuove esperienze e routine, ma quando apre la scacchiera virtuale continua a giocare la nostra partita. 
Mi chiedo spesso come sia stata la giornata del mio avversario e a volte sono tentato anche di chiederglielo direttamente. Ma non lo faccio.
Lavoro di fantasia e questo mi basta.
Penso al giocatore brasiliano e lo immagino sulla spiaggia di Copacabana a contemplare il mare, penso al cinese e alla sua corsa a perdi fiato sulla Grande Muraglia; penso all'australiano e ai suoi tuffi con i delfini, allo spagnolo e alle tapas che ha mangiato da poco. Si, lo so: penso ad un mare di luoghi comuni ma è per questo che mi sento a casa. E' per questo che, pur non conoscendoli, li sento amici da sempre.
Gli scacchi sono l'unica guerra che la mia anima possa accettare. E in questa sublime guerra, si è fratelli anche se si combatte l'uno contro l'altro.

Anche in passato esistevano gli scacchi per corrispondenza. Si usavano metodi meno sofisticati come il telegramma, il fax o anche la semplice posta. Memorabili restano le cartoline spedite dai giocatori e riportanti solo l'indirizzo del destinatario e la propria mossa.Passavano settimane, mesi,  per avere anche solo una mossa e le partite duravano anni.
Stesso gioco, stessa poesia.

NB: se qualcuno vuole unirsi a noi, l'iscrizione al sito è naturalmente gratuita (come tutto il resto). Contattatemi e giocheremo insieme...


domenica 28 luglio 2013

MARIO TOZZI: PIANETA TERRA ULTIMO ATTO

Ho appena letto il libro di Mario Tozzi "Pianeta terra ultimo atto" (ed.Rizzoli, 16euro).
Premetto che lo stile di scrittura di Tozzi mi piace, così come apprezzo i suoi programmi televisivi e, non ultimo, i suoi interventi da opinionista "tuttologo".
Il mese scorso ho letto il suo "Italia segreta" e sono rimasto molto affascinato dal racconto dell'Italia sotterranea di Tozzi.
Anche "Pianeta terra ultimo atto" è un bel libro, anche se racconta di quant'è stupida la specie umana.
Narra di un ipotetico ultimo uomo sulla terra, nascosto nel suo rifugio anti-atomico, illustrando le varie ipotesi sulla nostra fine.
In alcuni passaggi mi è sembrato di scorgere "il mondo senza di noi" del più noto Alan Weisman (tra l'altro, uno dei miei libri preferiti!), ma fare proprie le opinioni già espresse da altri è il miglior modo per far crescere una sana coscienza collettiva (in contrasto con l'incoscienza egoista di questi anni cupi).

Bravo Tozzi!

NB: "Pianeta terra ultimo atto" è come il dopobarba vecchia maniera: sai che ti fa bene, ma brucia da morire!
libro consigliato! (consiglio anche "Italia segreta")




CARON DIMONIO, CON OCCHI DI BRAGIA

Ah quanto potrei parlarvi io di Caronte!

No, non del traghettatore d'anime dannate ma dell'anticiclone africano che da due giorni sta bruciando l'aria nei nostri polmoni.
E che ti invento in quello che è ufficialmente il week end più caldo dell'estate?
Un bel giro in moto.


Non potete immaginare la caldazza.
Alla fine ho ceduto, cercando di rinfrescare almeno le gambe con dei pantaloncini da pinocchietto (osceni). 
Mai errore fu più stupido. 
Ho gli stinchi cotti tipo maiale alla fiera della porchetta!
Del resto anche nel deserto ci si copre interamente, proprio per evitare colpi di sole.

Ve lo immaginate il casco integrale sulla testa per 10 ore, quando il termometro dice +40°C?

Ve lo immaginate il giubbotto di pelle sulle spalle?
Che uno dice: ma se sai che ci sono 40gradi, perché ti metti il giubbotto di pelle?


La domanda non merita risposta. 
Chi fa la domanda non può capire.

I motociclisti invece capiranno.
Ora che finalmente sono a casa, docciato e rifocillato, posso farmi venire un infarto (vari i motivi)
Vi lascio qualche foto a futura memoria (mia memoria, per il prossimo giro in moto con la caldazza!)

venerdì 26 luglio 2013

IL MINISTERO DELLA PARANOIA-STORIA DELLA STASI

Ho appena finito di leggere "Il ministero della paranoia-storia della Stasi" di Gianluca Falanga.
Un libro per "addetti ai lavori" o per quelli che hanno una particolare passione per il tema!
Non posso dire di averlo letto tutto d'un fiato, ma alla fine ha fatto il suo mestiere.
Quando l'ho comprato sinceramente pensavo si addentrasse di più nella parte riguardante le tecniche di controllo delle masse e di persuasione. In realtà, come del resto avrei dovuto capire già dal titolo, è un vero e proprio libro di ricostruzione storica. Descrive nascita, sviluppo e fine del servizio segreto più imponente e spietato della storia degli uomini, illustrando nel dettaglio ogni singola struttura operativa.
Un bel libro (forse un po' caro....22euro!)


giovedì 25 luglio 2013

FASSINA TORNA A CASA!

Se uno dei massimi dirigenti PD, vice ministro dell'Economia dell'attuale governo dell'inciucio, al secolo Fassina Stefano, può giustificare gli evasori fiscali senza sentire il dovere di chiedere scusa e dimettersi da tutto, è perché ormai siamo abituati a sentire qualunque vaccata.
Il PDL ringrazia e il PD sprofonda.

FASSINA DIMETTITI!


SE LA NATURA DECIDESSE DI COLPIRCI

Se la natura decidesse di colpirci, non avremmo scampo.
Provate a pensarci.
In quale luogo potremmo dirci al sicuro se chi ci attacca dispone di energie inimmaginabili?
All'aperto sarebbe un gioco da ragazzi farci fuori con un fulmine o con un tornado.
Ma i modi sarebbero davvero tanti (tsunami, terremoti, vulcani, frane, alluvioni,incendi,...).
Quale struttura costruita dall'uomo potrebbe resistere ad un terremoto scatenato con l'intento di seppellirci sotto le macerie? 
Nessuna.
Rintanarci in una grotta non basterebbe. La natura avrebbe mille modi per stanarci anche lì (potrebbe semplicemente scegliere di "costruirci" un bel camino magmatico sotto i piedi, per poi godersi lo spettacolo). 
Il mare? Sarebbe un gioco affondare la nave più possente e robusta.
E questo volendo solo considerare le armi meteorologiche.
Considerando anche il regno animale, la natura avrebbe un'altra infinità di armi.
Potrebbe lanciarci contro qualche miliardo di calabroni o spedirci uno squalo bianco fin sotto l'ombrellone. O in modo più subdolo, potrebbe farci attaccare da qualche batterio o virus per i quali non ci sono cure mediche.
Insomma, se la natura decidesse di colpirci, non avremmo speranze.
Siamo moscerini nelle sue mani.
E allora mi chiedo perché continuiamo ad oltraggiarla in ogni modo possibile ed immaginabile.
Boh!


ORRIBILI DISPREGI


quanti si tegnon or là sù gran regi
che qui staranno come porci in brago
di sè lasciando orribili dispregi!
(Dante Alighieri, Inferno VIII,49-51)



(A rileggere questa terzina a me è venuto in mente un maiale porco di Arcore....e a voi?)

IL FIGLIO DI BORIS

Vi allego la foto del figlio di Boris (chi è Boris? Ve lo spiego un'altra volta).


Per la cronaca, l'orsetto curioso in questione (foto di Zupacchiotta), come detto figlio di Boris, sta osservando il primo pomodorino che ha tagliato il traguardo maturazione nel nostro orto, in questo anomalo 2013.
Alla prossima!

PARTITA DI "DONNA RIFIUTATA"

Vi riporto di seguito una partita che ho giocato qualche tempo fa con un anonimo giocatore che, come me, è schiavo del demone degli scacchi. L'ho chiamata partita di donna rifiutata per ovvie ragioni (che cercherò di illustrarvi).L'anonimo ha giocato col bianco, io col nero.
La partita si sviluppa sullo scivoloso Gambetto Blackmare Diemer, difesa Euwe.
Il perché della donna "rifiutata" lo si capisce dopo l'incomprensibile mossa del bianco 19.Txd6  che segue alla già terribile 18.Da5(+). Dopo la mia scontata 18...b6, con attacco alla donna, il bianco la condanna a morte (morte indegna e senza combattimento) muovendo la torre come detto (19.Txd6) ed ignorando una via di salvezza che, per quanto accidentata, avrebbe almeno permesso di giocarsela (intendo 19.Dxa6). A quel punto, pur potendo papparmi la donna (o la torre), l'ho ignorata rifiutandola con la mossa 19...,Cxf3+.Da quel momento in poi, per il bianco deve essere stato frustante assistere al martirio del proprio Re, senza che per la donna fosse prevista almeno una fine onorabile.
Quando ho dato matto, la sua donna era ancora lì impietrita e...rifiutata dalle lame della mia armata!
Ecco lo schema della partita.

mercoledì 24 luglio 2013

92 MINUTI DI APPLAUSI

Che Saso si diverta con poco è cosa nota.
Ma sfottere Brunetta non è da tutti i giorni e quindi credo che la sua "bravata" valga questo misero post.
Ecco il printscreen che mi ha girato, preso direttamente da Twitter...
Resta il dubbio sul fatto che Brunetta abbia inteso il senso di quel "92 minuti di applausi" scritto in risposta a "e sti cazzi?" dell'ottima Maura Letizia Ibba.
Un aiutino al nostro eroe (l'ex "antifannulloni" ma solo a favore di telecamera...) non posso negarlo e quindi allego un video esemplificativo e qualche consiglio d'uso: 
> sostituire "chissà quale profondo giudizio estetico avrà maturato in tutti questi anni...dica dica" con "tra poco a @RaiPortaaPorta", 
> sostituire "per me la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca" con "e sti cazzi?".
Per il resto il video va bene (intendo la parte dei 92minuti di applausi!).
Ecco il video:



Scusateci, io e Saso siamo fatti così. Basta anche un tweet per risollevare una giornata malandata (che con questo caldo la notte non si dorme e di giorno si fatica anche a respirare!) 

NB: come potrete notare, Saso ha trafugato la foto simbolo del mio blog, il fantastico orso bruno che ho fotografato qualche estate fa, per usarla come immagine del suo profilo Twitter. Finché l'orso non protesta, lo lascio fare.

saluti!

martedì 23 luglio 2013

lunedì 22 luglio 2013

IL LOGORIO DELLA VITA MODERNA

Oggi 40° all'ombra e afazza da competizione (umidità tipo volo radente con impermeabile in finta pelle sul Rio delle Amazzoni e caldazza da corsa con i sacchi nella valle della Morte).
Di ritorno dalle mie fatiche (!), in equilibrio precario tra sacchetti vari, è squillato il cellulare (Seh! Purtroppo ancora non riesco a farne a meno). Il sacchetto più carico si è aperto come una cozza dimenticata nella padella e il tappo formato dalla spesa in bilico sul baratro ha tenuto per miracolo.
Ruotando il polso ho sfruttato il vivavoce e, incamminandomi con la sicurezza di un riccio che attraversa la A1 nella notte di ferragosto, mi sono  intrattenuto amabilmente con un amico in vena di racconti (che tanto ha la tariffa che non paga bla bla).
Quattro  rampe di scale (dico 4!) tipo ascesa sul K2 e via a guadagnarci anche oggi la pagnotta.
In tutto questo, invece di soccorrermi, quella simpatica mattacchiona di Zupacchiotta ha pensato bene di immortalarmi nell'attimo della rottura del sacchetto.
Vi lascio la foto, fate voi.


NB: per portare il casco mi sono ricordato di quando. ancora bambino, restavo estasiato nel veder passare le vecchine con la cesta della spesa sulla testa (ceste dal peso di massi ciclopici).
La carta igienica è il tocco pulp che non guasta mai!
Ah, il cellulare è nella mano destra, sotto il giubbotto blu (per questo il mio amico continuava a ripetere "ma tu mi senti? Perché io non sento una mazza?"). Peccato che nella foto non si veda la baguette che spunta da dietro tipo alabarda spaziale!!

domenica 21 luglio 2013

L'IMPORTO DELLA FERITA E ALTRE STORIE

Ho appena finito uno dei libri più esilaranti che abbia mai avuto la fortuna di leggere.
"L'importo della ferita e altre storie" di Pippo Russo.
15 euro ottimamente spesi.

Di cosa parla?
Non parla, demolisce!
Demolisce i "fenomeni al contrario" che nella nostra povera Italia vendono milioni di libri senza che se ne capisca il perché.
Giorgio Faletti, Fabio Volo e Federico Moccia per esempio
Ma anche gli scrittori prestati alla "letteratura" da altre arti, come Pupo (si, avete capito bene: Pupo ha scritto un libro!) e Giuliano Sangiorgi (quello dei Negramaro! E?????? Si lui!).
Infine, si accanisce sui "premiati" sopravvalutati come Antonio Scurati e Alessandro Piperno.

L'analisi di Russo è impeccabile sul lato tecnico-formale (riporta tutte le citazioni dei nostri "eroi", con tanto di numero di pagina per chi volesse verificare) ma è anche di una comicità straordinaria.
Non ridevo così da anni (almeno con un libro in mano).

Prima di chiudere con l'invito a comprare il libro (ed a leggerlo), vorrei riprendere un vecchio aneddoto siciliano che Russo riporta nel suo testo, affinché rimanga anche nel mio blog:

" Era beddu 'u pitrusìnu. arrivò 'a gatta e cci pisciò"

(ometto di spiegarne il senso e l'uso che ne fa Pippo Russo, ma solo perché sta a voi scoprirli leggendo il libro).

NB: degli scrittori citati avevo presente solo Faletti (del quale in passato ho letto "Io Uccido" e metà di "Niente di Vero tranne gli occhi"-quest'ultimo abbandonato tra lo sconcerto). Conoscevo per sentito dire gli  "scandali" Fabio Volo e Federico Moccia (mai letto niente però!). Gli altri due li conoscevo solo perché premiati (ed oggi so che i premi sono immeritati).
Il libro di Russo riporta ampi stralci dei libri di questi "eredi" di Manzoni e Dante Alighieri e. leggere questi brevi brani, mi ha fatto capire che ignoravo tutto un mondo dal quale continuerò a tenermi a debita distanza. Ma vi assicuro che nello sfottò di Pippo Russo si raggiungono picchi di genialità non comune.
E poi, pensare che Russo abbia letto l'opera omnia di questa gente, quando a me è bastato qualche stralcio per avere seri problemi  intestinali, lo innalza di certo ad eroe dei nostri tempi.
Grande Pippo!


NB2: visti i precedenti, immagino quanto si incazzi Faletti!!!!

venerdì 19 luglio 2013

IL LIBRO DELLA MIA VITA

Un giorno si avvicina uno sconosciuto e mi dice: <<ho il libro della tua vita. Ecco, tieni. Te lo regalo...fanne buon uso>>.
La cosa è talmente strampalata da non riuscire a reagire con un vaffa e, mentre il tipo scompare tra i passanti, mi ritrovo il volume tra le mani.
E' un libro logoro,con la copertina di finta pelle (il caro vecchio cartone pressato) e con gli angoli borchiati in metallo opaco.
La curiosità è troppa ed inizio a sfogliarlo, non prima di aver trovato uno scomodo gradino dove accomodarmi.
Un brivido mi sale lungo la schiena quando scopro che già le prime pagine mi "calzano a pennello".
Lo lascio cadere per terra dall'emozione, poi lo riprendo.
Lo riapro a caso e leggo di un viaggio che ho fatto davvero, fin nei minimi dettagli.
Che senso ha leggere il passato, la parte che già conosco?
Ok, ma se poi nel leggere del futuro scopro cose che non mi vanno?
E poi perché allora non andare dritti all'ultima pagina per vedere come passerò a miglior vita?
Mi tremano le mani, sono curioso di natura ma non fino a questo punto.
Chiudo il libro e lo lascio lì.
Scappo via senza pensarci perché preferisco non sapere cosa sarà.
Resta un solo grave dubbio: sapendo tutto, avrei potuto cambiare il corso degli eventi che mi attendono da qualche parte nel futuro?
Insomma, il futuro di ognuno di noi è già scritto e, quindi, è immutabile?
..........
Da quel giorno è passato del tempo, ma ancora i dubbi mi lacerano. Sono tornato più volte a cercare sia il libro sia lo sconosciuto, non trovando né il primo, né purtroppo il secondo.
Nonostante tutto però credo di aver fatto la scelta giusta.
Pensandoci, avrei potuto aprire il libro alla pagina che narrava proprio di questo avvenimento, per scoprire cosa avrei scelto di lì a poco, così da fare poi subito il contrario (per cambiare il destino).
Ma sarei rimasto certamente deluso dallo scoprire che, nella pagina seguente, il libro avrebbe certamente "previsto" il mio trucco, adeguando il contenuto agli eventi.
Ho fatto bene.
E voi?
Cosa avreste fatto voi al mio posto?
Pensateci bene. Davvero avreste voluto leggere il vostro futuro?
Non ci credo.
La cosa che più mi incuriosisce è pensare a dove sia ora quel libro.
E' finito tra i rifiuti? E' stato macerato e riciclato, e mi è tornato tra le mani in forma di quotidiano?
Qualcuno l'ha trovato? L'ha letto? Si è annoiato o ha trovato la storia interessante?
Probabilmente l'ha piantato alla pagina che racconta di quando ho scritto questo post insulso.
Scusate ma ora continuo a fare quello che stavo facendo prima di rimettermi al pc.
Stavo leggendo un fantastico libro del quale vi darò notizia prossimamente.
Saluti
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giovedì 18 luglio 2013

CONCORDIAM MANET

Dopo un anno e sei mesi il processo per la tragedia della Costa Concordia è iniziato e, come previsto, il relitto è ancora arenato al Giglio.  Nonostante chi di dovere avesse garantito (a favore di telecamere) tempi rapidi per la rimozione della nave, la nave è ancora lì e chissà ancora per quanto.
I giornalisti (come sempre) hanno fiutato la storia nella storia, e stanno indirizzando i loro sforzi verso l'ormai famosa moldava Domnica Cemortan e la sua presunta relazione con Schettino.
Il solito schifo insomma.
La solita italietta fatta di pettegolezzi e paparazzi.
E come sempre questa tragedia non ha insegnato niente.
Il caso ha voluto che accadesse e il caso deciderà quando potrà riaccadere ancora.
Non mi risulta che si siano inasprite le regole di sicurezza né che gli "inchini " siano cessati.
L'uomo stupido è vittima e carnefice di se stesso.

Attendo naturalmente gli esiti processuali ma, avendo già letto la perizia tecnica resa nota a dicembre, immagino che per Schettino sia pronta una condanna esemplare (strameritata!).
Nel chiudere, osservo la "curiosa" coincidenza che ho scovato pensando alla moldava:
il suo nome completo (Domnica Cemortan) anagrammato corrisponde a "concordiam manet" ("accordo resta" in latino). Provare per credere.
Certo, non è l'unico anagramma: ho trovato anche "mt Concordia amen...."



IL GIOCO DELLE TRE CARTE

Ho un ricordo molto nitido del gioco delle tre carte, e spesso mi torna in mente senza motivo.
Un ricordo che mi riporta ai giorni dell'infanzia, quando capitava di andare a Napoli con mio padre, alla ricerca di qualche amplificatore o di quella chitarra vista tra i negozi di musica di Spaccanapoli.
Napoli, una città per me colorita ed ignota, fatta di profumi inebrianti e rumori assordanti. Confusione ed allegria, arte e angoli bui, musica. Questa era Napoli per un bambino nato e cresciuto in un paese della costa calabrese.
L'immagine è ancora lì nella mia mente: un banchetto instabile con un gruppetto di persone intorno, tutte interessate a seguire il balletto delle tre carte. Una zattera della Medusa sulla quale delle anime prave litigano gli avanzi del prescelto, dannato perso e perdente. 
Pali, complici, bari,briganti, scagnozzi e curiosi, tutti lì per lo spettacolo in tre atti.
Si spengono le luci in sala, si apre il sipario.

Primo atto: il curioso prende coraggio
Carte da gioco e banconote volano sul tavolo, frusciando in un canto dolce di sirene  . 
Troppo forte è il richiamo di una vincita quasi certa.
Ma a giocare sono solo i complici, ed è per questo che le carte mulinano così lentamente. 
Il curioso è lì a guardare. Indovina sempre. Si crede furbo e soffia sul fuoco della vanità che gli brucia dentro.
Troppo forte è il richiamo di una vincita quasi certa. Anzi certa,certissima.
Il curioso prende coraggio e mette mano al portafogli facendosi largo tra quelle facce così poco rassicuranti.

Secondo atto: si vince sempre
<<10mila lire, solo per un giro poi, dopo la vittoria, via rapidi.>>
Questo pensa l'ex curioso divenuto ormai giocatore.
Le carte barcollano malamente, troppo lente per lo sguardo arguto del nostro eroe, che infatti indovina e vince. Le 10mila lire sono già raddoppiate.
Ricordati il patto fatto con te stesso!
Vai via e non tornare.
Niente da fare, altro giro, altra giocata.
Vince ancora, ancora, ancora.
La vincita ha ormai superato ogni più rosea previsione.
Il giocatore lascia il gioco e tutto tronfio va al bar a far festa.

Terzo atto: la tela del ragno è pronta.
Bello vincere. Troppo bello.
Questa giornata fortunata sta per volgere al termine, e resta il tempo per chiudere gli occhi ed abbandonarsi al riposo del guerriero (vittorioso). 
La notte porta consiglio oppure incubi.
<<Perché non torno lì anche domani? Sono troppo veloce per le loro mani maldestre.>>
Soldi facili. Soldi regalati.
Il tarlo si insinua e scava, scava, scava senza sosta.
Il mattino ha l'oro in bocca (ed in borsa).
Il nostro eroe ha deciso: andrà lì solo per curiosare, poi si vedrà.
La zattera dei disperati ripete il suo cerimoniale sempre uguale da chissà quanti anni, ed infatti è ancora lì ad attendere.
Le carte girano ancora più lente del giorno prima.
Il tarlo è ancora lì a scavare.
Un movimento automatico al portafogli e l'ex curioso, vincitore di ieri e neo curioso di oggi, si trova ad essere nuovamente giocatore.
Vince.
Vince.
Vince e vince ancora.
La cifra vinta è ormai davvero alta e l'emozione della vittoria sta per cedere il passo alla soddisfazione, anticamera dell'abbandono.
Il nuovo vincitore sta per lasciare il tavolo tutto tronfio e satollo, quando nota che, a causa di un movimento più maldestro del solito da parte del mazziere, la carta da indovinare si è vista chiaramente.
Soldi regalati.
Ci pensa solo un attimo, poi prende tutti i soldi che ha vinto e che ha in tasca e li piazza sulla carta vincente.
La tela del ragno è pronta.
Il mazziere fa melina e si mostra preoccupato. 
<<vuoi cambiare carta?>>
<<no!>>
<<sicuro?>>
<<si!>>
La tensione aumenta.
Complici e comparse fomentano, sostengono, incitano, ridono sguaiatamente.
Un attimo prima di girare la carta il mazziere invita a rilanciare: <<non hai i soldi qui? Non ti preoccupare, se vinci ti diamo il doppio di quello che hai detto di voler puntare.>>
Il giocatore fortunato pensa alla macchina che può comprare, al pezzo di mutuo della casa che può pagare, ai regali per i parenti, alle vacanze sulla Costiera Amalfitana sempre sognate e mai avute.
Pensa a tutto il bello che gli viene in mente e spara la sua ultima puntata.
I commedianti all'improvviso tacciono.
Il silenzio pesa. 
Il mazziere gira la carta.
<<Hai perso bello..>>
<<Ma come è possibile?>>
<<Impossibile!>>
<<Devi aver cambiato la carta...>>
<<No no. Semplicemente hai sbagliato.>>
<<No...io la carta l'avevo vista e stava là!>>
Il ragno è arrivato. 
Si chiude il sipario, si spegnono le luci.
Applausi scroscianti.
Bene, bravi, bis.



mercoledì 17 luglio 2013

ANCORA SUL PASSO SAN MARCO

Come promesso, ecco le foto della pedalata sul Passo San Marco.
dopo qualche km

iniziano i panorami mozzafiato

una dea di pietra 


dopo 10km di salita (ne mancano ancora 17)
gli ultimi km

fantastico!

mucche a zonzo




i serpenti d'asfalto ormai "domati" 


il sospirato ultimo km

la foto di rito al cartello (è fatta!)

(Papito "mosso")

Si torna a casa (inizia la discesa)


PASSO SAN MARCO

Risolti i problemi fisici (il riposo è la migliore medicina) e ricalibrata l'inclinazione della sella (praticamente ho buttato giù la punta!), a distanza di non so più quanto tempo dall'ultima tappa seria (e quindi  senza un minimo di allenamento) ho pensato bene di spegnermi come una candela nell'interminabile ed estenuante salita del passo San Marco (da Morbegno).
27 km di puro strazio.
Mentre salivo barcollando, cercavo disperatamente degli alibi per la mia forma fisica(come sempre), trovandoli rapidamente (come sempre). Se pedalassi con la velocità con la quale trovo scuse, a quest'ora sarei al Tour! 
Ma diciamo la verità, a parte i dolori e gli infortuni vari, in questi mesi primaverili/estivi il tempo è stato davvero uno schifo per poter imbastire una preparazione anche solo accettabile!
Certo, avrei potuto evitare almeno gli errori gratuiti tra i quali:
- partenza ritardata, così da arrivare sulla salita col sole peggiore (c'erano 35 gradi all'ombra)
- panino con la mortadella mangiato appena prima di pedalare, così da impegnare lo stomaco in una digestione difficoltosa e svuotare le gambe di quel po' di sangue disponibile.
- solo un litro d'acqua a disposizione (in un giorno caldo come l'inferno, non puo' bastare per 27km di salita!)

Vi risparmio i dettagli sulla velocità media e sui tempi di "corsa", ma posso dirvi che definirli indecenti è poco.
A tre km dalla vetta, a completare il quadretto fatto di dolori insostenibili e di forze ormai finite è sopraggiunta la pennellata decisiva della (prevista) crisi di sete.
All'arrivo in cima nessuna energia disponibile per accennare un minimo di soddisfazione.
Sono rimasto lì un pò, giusto il tempo per riprendere le sembianze umane e per godermi finalmente il panorama (che quando pedali al limite dello svenimento fai fatica a tenere su la testa e non vedi niente oltre quel metro di grigio asfalto che ti precede lentamente).
Foto di rito al cartello e poi giù per la discesa, a soffrire ancora (si si...si soffre anche in discesa signori miei!)
Essendo la seconda volta che affrontavo questa tremenda salita, ho potuto confrontare questa "impresa" con quella dell'anno scorso.
In realtà però il confronto non è proprio calzante perché, mentre l'anno scorso sono salito su con la mia vecchia Legnano e con l'impossibile rapporto 42x22, questa volta ho usato la mia Bianchi col 34x25.
Insomma, con il rapporto favorevole  pensavo di fare moooolto meglio.
Ma alla fine non mi lamento.
Ho rispettato le uniche due regole che guidano le mie pedalate: dare tutto fino alla fine e, quando le gamb si fermano, continuare a  spingere col cuore.
Nel prossimo post vi allego qualche foto della giornata (ora ho sonno e quindi passo e chiudo)

martedì 16 luglio 2013

LO STILE E' ACQUA (INQUINATA)


In queste ore si sta consumando l'ennesimo strappo della già logora veste che copre malamente le vergognose nudità della nostra povera Italia.
Tutte le sante volte uno pensa che si sia toccato il fondo e invece no.
E' un baratro senza fine.


Perdere tempo per esprimere lo sdegno sul "caso kazako" e su quello delle offese razziste di Calderolo ha davvero poco senso.
Scoprire che la toppa che i due "eroi" hanno piazzato sia peggio del buco è davvero scontato.

Il primo, lo "yes man" della Trinacria, ha scaricato sui suoi sottoposti la responsabilità dello scandalo kazako, regalandoci le classiche dimissioni all'italiana (quelle dove chi si dimette è elogiato con onori da chi contemporaneamente ne chiede la testa; quelle dove chi si dimette sta zitto per coprire chi di dovere, per ricevere in cambio del silenzio il lauto premio di carriera a spese nostre).
Il secondo, il dentista di Bergamo già padre del Porcellum, dopo aver rivolto delle offese IGNOBILI (dare dell'orango ad un ministro della Repubblica) ha pensato bene di cavarsela con una telefonata di scuse ed un mazzo di fiori (che di lasciare la cadrega ai leghisti non riesce proprio).
In questo mare di melma, il governicchio arranca tra blande richieste di dimissioni, dubbi ridicoli, comprensioni complici, bilancini da prima repubblica, prudenza, minacce finte, inciucini, favorucci: insomma, sa tutto di già visto.
Inutile far notare ai nostri eroi che:
- se davvero il primo non è stato informato della vicenda di Casal Palocco, è lui che si deve dimettere, non i suoi sottoposti. 
- dare dell'orango ad una donna, a prescindere dalla carica di chi fa o di chi riceve l'offesa, è qualcosa di talmente grave da non poter essere comunque scusabile.

INSOMMA, IL SOLITO INDEGNO TEATRINO CHE FA PRECIPITARE IL NOSTRO PAESE NELLA VERGOGNA MONDIALE!!!!!!!!!

E IL PD?
non pervenuto come sempre.

CALDEROLI IL LEGHISTA

Purtroppo non c'è pace per il nostro povero Paese.
Il vice presidente del Senato, il leghista Calderoli, ha dato dell'orango al ministro Kyenge.
Un frase che ci fa vergognare nel profondo. 
Una frase razzista. Indegna.
VERGOGNOSA!
Il leghista ha provato a difendersi, ma con scuse infantili quanto quelle dei suoi elettori.
Ha anche detto di aver telefonato alla ministra, per chiederle scusa. 
Purtroppo per questo signore, quando uno dà dell'orango ad una persona, non è scusabile.

NON VUOLE DIMETTERSI?
BENE, ANZI MALE.
ALLORA DEVE ESSERE SEMPLICEMENTE RIMOSSO.
Per tutelare l'onorabilità dell'Italia.
Per decenza.
Per civiltà.

PER I LEGHISTI CHE LO DIFENDONO O CHE MINIMIZZANO? VERGOGNA!!!!!
VERGOGNA!
VERGOGNA!
VERGOGNA!
VERGOGNA!
VERGOGNA!

NB: Calderoli guardati allo specchio prima di parlare!!!!!!!!!



venerdì 12 luglio 2013

PICCOLI GRANELLI DI SABBIA

briciole di marmo o polvere di mattone, siamo tutti ninnoli d'avorio di una spiaggia unica ed irripetibile: la vita.
Incoerenti o abbracciati gli uni con gli altri, ci muoviamo assecondando il soffio delle onde, nella vana speranza di poter risalire granello dopo granello su su fino a quell'angolo incontaminato vista mare, che nei nostri sogni esiste ed  è inondato di luce.
Nelle nostre menti obnubilate dalla smania dell'avere più che dell'essere, sperare e pretendere quasi sempre coincidono.
L'egoismo ci rende aridi ed inutili.
Viviamo gli altri come semplici ostacoli alla nostra ascesa e il peso del dividere lo stesso spazio ci opprime rendendoci peggiori di ciò che siamo realmente.
Restiamo piccoli granelli di sabbia incoerente.
Schiavi di sogni immaginati da chi li ha inventati solo per dominarci, cancelliamo il senso di appartenere alla nostra comunità.
Quel senso che, come acqua nella sabbia, cementa il meglio di noi stessi e ci permette slanci superlativi ed armoniosi.
Quel senso che da granelli aridi ci fa castelli arditi, gallerie e statue memorabili che si accendono coi colori del sole al tramonto.
Siamo piccoli granelli di sabbia, polvere negli occhi.
Uniti torniamo ad essere quello che siamo stati in origine: polvere di stelle!


giovedì 11 luglio 2013

LA LEGGE DEL CAIMANO

Quando ti ritrovi con un caimano ad un metro dai piedi, puoi davvero sperare di distrarlo parlando di etica, senso di responsabilità o filosofia del diritto?
Non credo.
E sei il caimano è ferito in modo molto serio e non ha vie di fuga, dici che rincarare la dose parlando di "pacificazione" o "larghe intese" possa tenere i suoi denti aguzzi lontani dai tuoi polpacci?
Non credo.
Se nonostante tutto, invece di darti alla fuga, resti lì con qualche biscottino in mano e la speranza vana di trovare ancora del buono nel rettile in questione, allora te la sei cercata.
Il morso sarà talmente doloroso da perdere i sensi e la coda colpirà fino a spezzarti in due.
Quando tramortito ed in un lago di sangue chiederai aiuto o, quanto meno, di provare pietà per te, caro dirigente del PD ti avviso sin d'ora che la mia risposta sarà qualcosa tipo "fanculo!"


mercoledì 10 luglio 2013

SVELATO L'ARCANO DELLA "PISTA" DEL "RECORD"

Qualche giorno fa vi avevo segnalato il mio quasi "record" italiano sui 100 metri piani nella "strana" pista incontrata per caso sulla ciclabile della Val Brembana.
Un esperto mi ha segnalato che si tratta di un piazzale quasi certamente utilizzato per le prove/test della Motorizzazione. Il 100 indicato per terra non si riferisce alle strisce (che segnano un percorso di 60metri) ma allo spazio libero per effettuare tali prove.
L'aver svelato l'arcano non toglie niente al mio "record" da ultramedioman (9,74s su 60metri è un tempo alla Homer Simpson!).
Saluti

LA VERGOGNA DEL PD

Che vergogna!

Il PD si era già suicidato accettando questo fetido accordo delle "larghe intese". Ora ,dopo lo SCHIFO di oggi (la sospensione dei lavori parlamentari per protesta), il PD ha scavato per recuperare il suo cadavere in avanzato stato di decomposizione e lo ha gettato tra i rifiuti.
LETTA DIMETTITI.

SOSPENDERE LE ATTIVITA' PARLAMENTARI PER PROTESTARE CONTRO QUELLO CHE IL PDL CHIAMA "ATTACCO" DEI GIUDICI A BERLUSCONI E' QUALCOSA DI VERGOGNOSO.

DIMETTETEVI.
LETTA E "COMPAGNI" DIMETTETEVI!
E CHIEDETE SCUSA ALL'ITALIA!

SE IL PROCESSO E' VELOCE

l'ipocrisia dei politici PDL sta superando ogni limite di decenza.
Quando il processo è lento, il povero Papi deve sopportate una gogna infinita.
Quando il processo è veloce, il povero Papi è attaccato dalla magistratura politicizzata.
L'idea che uno che commette reati debba pagare a questi cialtroni non gli passa neanche per la testa.
Sempre a difendere l'indifendibile.
Sempre a difendere il padrone.
Sempre a far vergognare l'Italia nel mondo!
Questa "politica" con la p minuscola non la sopporto più.
Basta!
Bastaaaaaaaaaa!
Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

E Letta?
Finge di non sentire i suoi ministri mentre attaccano in modo indegno la Magistratura.
Finge di non capire la gravità delle accuse di questi signori.
Finge di non vedere la vergogna che l'Italia onesta prova per questa gente.
Finge, finge, finge.
Una finzione complice.

Vedremo ora cosa accadrà (il PD salverà ancora il caimano) ma state pur certi che l'Italia resterà ancorata ai problemi giudiziari di Papi...

POVERA ITALIA!

lunedì 8 luglio 2013

KOPPENBERG

Il Koppenberg, 600 metri di salita che, puntando al paradiso, ti scaraventano all'inferno!
Può una collinetta posta alla ridicola quota di 77 metri sul mare rompere le gambe anche dei professionisti?
Si.
Una mistura diabolica fatta di pendenze decise (la punta è il 22%) e fondo in micidiale pavé è bastata per far guadagnare la cima con la bici sulle spalle a moltissimi campioni, tra i quali ricordo uno stravolto Eddy Merckx. Si, proprio il cannibale!

Per avere un'idea, guardatevi questo video (parte un po' lento, con inquadrature sugli spettatori ma poi regala uno spettacolo eroico)


ITALIANI BRAVA GENTE?


Come ho scritto in un post precedente, sabato ero in Provenza.
Arrivata la sera, con Saso e Zupacchiotta abbiamo cercato un ristorante.
Quando avevamo già ordinato (con molta fatica, visto che non parliamo una parola di francese), ci siamo accorti che al tavolo accanto al nostro c'erano degli italiani. Motociclisti un po' attempati (50-60anni) e con un forte accento veneto.
Dopo due giorni di francese, il solo sentir parlare italiano ci ha fatto scattare la sindrome che colpisce l'italiano all'estero, già nota come "'italianite acuta".
Ma si dai, che sapete di cosa parlo.

E' quella sindrome che, dopo due o tre giorni di "sperimentiamo i sapori di un nuovo paese", ci costringe a cercare una pizzeria o un ristorante italiano, pur sapendo che resteremo moolto delusi dalla cucina italica in terra straniera (pizza pesante come un mattone, pasta scotta da far impressione, caffè che manco li cani, ecc ecc).
E' quella sindrome che, tra gli altri effetti spiacevoli, ci porta a credere che, chiunque parli italiano in una terra straniera, non può che essere una persona speciale (onesta, sincera, brava, di cuore, competente, generosa, ecc,ecc).

Ma torniamo al ristorante.
Ormai prede della sindrome di cui sopra, con Saso e Zupacchiotta ci siamo avvicinati per fare amicizia con i motociclisti.
Di dove siete?
Da quanti giorni siete qui?
Com'è andata?
Le solite domande insomma.
Quando ormai eravamo quasi amici per la pelle (un altro difetto della sindrome è quello di legare con perfetti sconosciuti in 10minuti, bruciando le tappe di un'amicizia che dovrebbe invece basarsi su qualcosa più che l'aver scambiato solo 4 parole in italiano), abbiamo scoperto di avere la stessa repulsione per la Costa Azzurra.

Mentre raccontavo i miei perché di questa avversione (palazzoni fuori contesto, troppo cemento, evasione fiscale, code infinite, ecc,ecc), il motociclista più intraprendente mi ha sintetizzato in una frase il perché fossero rimasti delusi da Monte Carlo, Nizza e le altre località in questione: 
"sembra d'essere in Kenya".
"sembra d'essere in Kenya".....
Io che in Kenya non ci sono mai stato, ho immaginato che il centauro avesse visto delle affinità tipo i grattacieli ad un passo dal mare o i riccozzi evasori che ostentano la loro ricchezza stonata ma, nel dubbio,mi sono lanciato in un ingenuo "in che senso?".
Il tavolo dei motociclisti ha smesso di ridere e l'intraprendente ha detto quanto vi riporto:
"si dai...la Costa Azzurra sembra il Kenya....ma non avete visto quanti negri che ci sono?"
Ho sentito un ronzio alla testa e mi sono voltato per vedere la faccia di Saso. Anche lui aveva smesso di ridere e, dopo una rapida occhiata, senza salutare è tornato al nostro tavolo.
Con Zupacchiotta abbiamo invece salutato, perché non siamo comunque cafoni come Saso (l'ho invidiato però) ma siamo corsi al tavolo senza aggiungere altro tranne che appunto i saluti.
Che dire?
Mi sono vergognato per loro e, in quanto italiano, per tutta l'Italia.
Il razzismo è qualcosa di ignobile.

NB: visto il successo che ha, immagino che la Costa Azzurra abbia moltissimi estimatori. Il fatto che a me non piaccia, non vuol dire che non capisca chi invece ha un'altra opinione. Il mondo è bello perché è vario.
Il razzismo invece non può essere una questione di "gusti".
Uno può dire " a me la Costa Azzurra fa schifo", ma giustificare la sua opinione con un "perché è piena di negri". Uno che dice questo dovrebbe abbracciarsi la tazza del cesso e cantare "non son degno di te".

Alla prossima

FILIPPO FACCI VS ENZO BIAGI

L'eterna battaglia tra Facci e Travaglio questa volta provoca un danno collaterale improponibile: nel suo schiumare rabbia, Facci ha sparato a zero su Enzo Biagi e sul modo col quale faceva giornalismo.
Che se non fosse vera ci sarebbe da ridere.
Facci che critica Biagi è un qualcosa di insostenibile.
Volete farvi un'idea di quanto scrive questo signore su uno dei migliori giornalisti che l'Italia abbia mai avuto la fortuna di vantare?
Ecco il link all'articolo:
http://www.liberoquotidiano.it/news/libero-pensiero/1274897/Facci--con-Biagi-il-Fatto-scende-in-campo-santo-.html

Filippo Facci questa volta si è superato (e non è un complimento Facci!).

Facci, ascolta un consiglio spassionato: lascia perdere il giornalismo. Occupati di altro. E soprattutto, non ti lanciare in giudizi che offendono l'intelligenza.
Chi sei tu per criticare Enzo Biagi?
Ma chi ti credi di essere?
Ma i tuoi articoli li rileggi quando li scrivi?
E poi quell'orrendo titolo che richiama al "campo santo"....che strazio!

sabato 6 luglio 2013

MOMENTINI DI GLORIA

Oggi, mentre pedalavamo, in una piazzetta abbiamo notato delle linee tracciate sull'asfalto a formare delle piste di atletica immaginarie, con tanto di distanza segnata per terra.
Questa è la foto della "pista" da 100 metri, come denuncia il numero riportato.



Premesso che erano anni che volevo mettermi alla prova, potevo perdere l'occasione per cronometrare i miei cento metri piani?
Certo che no.
Ho lasciato la bici in un angolo  ed ho messo Zupacchiotta all'arrivo a fare da cronometrista e da starter. L'accordo era: quando sei pronta, fai partire il cronometro ed alza un braccio.
Naturalmente non avevo blocchi di partenza e quindi mi sono messo sulla linea d'arrivo un po' incurvato ma già praticamente in piedi.
Poi è arrivato il segnale...
Ho percorso i primi metri alla ricerca della posizione, alzandomi dritto e cercando un minimo di attrito, ma le mie scarpe erano troppo consumate per non sentire i piedi sbananare sull'asfalto.
Finalmente mi sono disteso ed ho dato tutto.
Tagliato il traguardo Zupacchiotta ha guardato il cronometro è sbiancata e ha iniziato a ripetere uno stralunato "com'è possibile?".
Mi sono avvicinato senza capire, finché Zupa non mi ha mostrato il cronometro: 9:74
A quel punto ho risposto: e quindi?
Zupacchiotta mi è apparsa ancora più stupita e finalmente ha detto: "ma com'è possibile che hai corso i 100metri in 9 e 74??? Ma ti rendi conto? Usain Bolt ha il record a 9 e 58!!!!!"
Ecco, solo allora ho realizzato.
Impossibile.
Senza blocchi di partenza, con le scarpe consumate, sull'asfalto, senza riscaldamento, senza aver mai provato prima, senza aver mai avuto consapevolezza di questo "prodigio", col pantaloncino da ciclista i guanti e gli occhiali da sole tipo "pappagallo della riviera" !!!!
Impossibile...
Mentre Zupacchiotta cercava una spiegazione razionale, mi sono ricordato di quel vecchio adagio di Sir Arthur Conan Doyle: "una volta eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità".

Quindi, una volta eliminato l'impossibile (cioè che io sia veloce come Bolt), ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità.....
L'unica possibilità che mi è venuta in mente? Che chi ha tracciato le "piste" abbia sbagliato clamorosamente la misura.
Armato di buona pazienza ho azzerato il contaKm della mia bici e, manzo tranzo, ho accompagnato la mia due ruote a mano, ripercorrendo la pista.
10m, 20m, 30m.....40,...50....60 !
Erano solo 60 metri!!!!!
Sogni di gloria infranti.
Sono tornato mesto mesto sulla terra. Spalmando il mio 9,74 su 100metri (e non 60), fanno circa 16 secondi. Forse 15 secondi, tenendo conto che nella media la partenza influisce molto più che la parte finale, in quanto quest'ultima è molto più veloce della prima).
Direte voi: ma non vi siete accorti che erano molti meno di 100 metri? No. E poi non pensavamo che i numeri scritti per terra fossero sbagliati.

NB: un'ultima considerazione. Zupacchiotta doveva fare un video della "gara" ma si è accorta solo dopo di aver fatto invece solo una foto. Peccato. Peccato perché a quest'ora avremmo un video nel quale ho il nono tempo più veloce di sempre:)  
Sarei stato l'89esimo atleta di sempre a scendere sotto i 10 secondi e, soprattutto, avrei distrutto il record italiano del grande (ed indimenticato) Pietro Mennea.
Vabbè...sarà per la prossima vita.
Comunque sono stati MOMENTI DI GLORIA!!!!

 Vi lascio uno zoom che mi mostra l'istante in cui mi alzo, subito dopo la partenza


VAL BREMBANA

oggi abbiamo fatto una sgambata sulla bellissima Ciclovia della Val Brembana.
Immaginate il percorso della vecchia linea ferroviaria (di inizio secolo) adattata a pista ciclabile, con tanto di stazioni ormai in disuso, gallerie solo per le bici e le acque del Brembo ad accompagnare la pedalata.....davvero un bellissimo percorso!
Vi lascio qualche foto della giornata..

un bellissimo Macaone in cerca di ristoro 

 

la vecchia linea 

binari nella natura

il Brembo
 


Zupacchiotta scala il rampone!

una delle tante gallerie (tra l'altro freschissime!!!!)

un ponte 

sempre il ponte...e di "schiena d'asino" non c'era solo la sua oggi... 

Papito sul ponte

veduta dal ponte

mucche accaldate

nuvoloni all'orizzonte...

un cinghiale di legno

la medaglia "vinta" da Zupacchiotta per aver completato la tappa

l'arrivo a Piazza Brembana(torniamo indietro)

Piazza Brembana

la vecchia stazione di Lenna

fantastico!!!


la vecchia stazione di S.Pellegrino

la vecchia stazione di Zogno

si torna a casa