Come ho scritto in un post precedente, sabato ero in Provenza.
Arrivata la sera, con Saso e Zupacchiotta abbiamo cercato un ristorante.
Arrivata la sera, con Saso e Zupacchiotta abbiamo cercato un ristorante.
Quando avevamo già ordinato (con molta fatica, visto che non parliamo una parola di francese), ci siamo accorti che al tavolo accanto al nostro c'erano degli italiani. Motociclisti un po' attempati (50-60anni) e con un forte accento veneto.
Dopo due giorni di francese, il solo sentir parlare italiano ci ha fatto scattare la sindrome che colpisce l'italiano all'estero, già nota come "'italianite acuta".
Ma si dai, che sapete di cosa parlo.
E' quella sindrome che, dopo due o tre giorni di "sperimentiamo i sapori di un nuovo paese", ci costringe a cercare una pizzeria o un ristorante italiano, pur sapendo che resteremo moolto delusi dalla cucina italica in terra straniera (pizza pesante come un mattone, pasta scotta da far impressione, caffè che manco li cani, ecc ecc).
E' quella sindrome che, tra gli altri effetti spiacevoli, ci porta a credere che, chiunque parli italiano in una terra straniera, non può che essere una persona speciale (onesta, sincera, brava, di cuore, competente, generosa, ecc,ecc).
Ma torniamo al ristorante.
Ormai prede della sindrome di cui sopra, con Saso e Zupacchiotta ci siamo avvicinati per fare amicizia con i motociclisti.
Di dove siete?
Da quanti giorni siete qui?
Com'è andata?
Le solite domande insomma.
Quando ormai eravamo quasi amici per la pelle (un altro difetto della sindrome è quello di legare con perfetti sconosciuti in 10minuti, bruciando le tappe di un'amicizia che dovrebbe invece basarsi su qualcosa più che l'aver scambiato solo 4 parole in italiano), abbiamo scoperto di avere la stessa repulsione per la Costa Azzurra.
Mentre raccontavo i miei perché di questa avversione (palazzoni fuori contesto, troppo cemento, evasione fiscale, code infinite, ecc,ecc), il motociclista più intraprendente mi ha sintetizzato in una frase il perché fossero rimasti delusi da Monte Carlo, Nizza e le altre località in questione:
"sembra d'essere in Kenya".
"sembra d'essere in Kenya".....
Io che in Kenya non ci sono mai stato, ho immaginato che il centauro avesse visto delle affinità tipo i grattacieli ad un passo dal mare o i riccozzi evasori che ostentano la loro ricchezza stonata ma, nel dubbio,mi sono lanciato in un ingenuo "in che senso?".
Il tavolo dei motociclisti ha smesso di ridere e l'intraprendente ha detto quanto vi riporto:
Il tavolo dei motociclisti ha smesso di ridere e l'intraprendente ha detto quanto vi riporto:
"si dai...la Costa Azzurra sembra il Kenya....ma non avete visto quanti negri che ci sono?"
Ho sentito un ronzio alla testa e mi sono voltato per vedere la faccia di Saso. Anche lui aveva smesso di ridere e, dopo una rapida occhiata, senza salutare è tornato al nostro tavolo.
Con Zupacchiotta abbiamo invece salutato, perché non siamo comunque cafoni come Saso (l'ho invidiato però) ma siamo corsi al tavolo senza aggiungere altro tranne che appunto i saluti.
Con Zupacchiotta abbiamo invece salutato, perché non siamo comunque cafoni come Saso (l'ho invidiato però) ma siamo corsi al tavolo senza aggiungere altro tranne che appunto i saluti.
Che dire?
Mi sono vergognato per loro e, in quanto italiano, per tutta l'Italia.
Il razzismo è qualcosa di ignobile.
Mi sono vergognato per loro e, in quanto italiano, per tutta l'Italia.
Il razzismo è qualcosa di ignobile.
NB: visto il successo che ha, immagino che la Costa Azzurra abbia moltissimi estimatori. Il fatto che a me non piaccia, non vuol dire che non capisca chi invece ha un'altra opinione. Il mondo è bello perché è vario.
Il razzismo invece non può essere una questione di "gusti".
Uno può dire " a me la Costa Azzurra fa schifo", ma giustificare la sua opinione con un "perché è piena di negri". Uno che dice questo dovrebbe abbracciarsi la tazza del cesso e cantare "non son degno di te".
Alla prossima
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