Siamo ancora qui.
Appesi come sempre al destino giudiziario dell'italiano "più uguale degli altri" che continua a condizionare la vita politica, economica e sociale del nostro Paese (Paese continuerò scriverlo con la P maiuscola fino a quando sentirò che se lo merita).
Ultimamente le mie previsioni sugli esiti processuali del già citato figuro sono troppo condizionate dagli infausti precedenti e dalla paura che possa farla franca ancora una volta, ed infatti le sto sbagliando tutte.
Anche questa volta ho paura che si salvi e quindi penso che i giudici opteranno per la linea pilatesca della richiesta di approfondimenti su qualche punto della precedente sentenza, e ciò col solo fine di far scattare la prescrizione. Naturalmente spero che venga invece giustamente condannato e che sconti la sua pena.
Vedremo.
In ogni caso, il giudizio della storia sarà giusto ed implacabile.
Saprà collocarlo dove merita e, fossi in lui, non sarei fiducioso.
Vedremo.
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