martedì 17 gennaio 2012

COSTA CONCORDIA: LA TELEFONATA A SCHETTINO.

Oggi abbiamo potuto ascoltare la drammatica  telefonata tra l'ufficiale della Guardia Costiera ed il comandante Schettino, intercorsa mentre la Concordia era già alla deriva ma ancora con tantissimi passeggeri a bordo.  Due cose mi hanno davvero turbato: l'ufficiale era a Livorno e non vedeva ciò che invece aveva di fronte Schettino, eppure, mentre il primo appariva quasi disperato (pur conservando il rigore di chi prende in mano la situazione), il secondo sembrava un passante distratto.
Ma la cosa più drammatica secondo me è l'apparente superficialità con la quale Schettino risponde alla drammatica affermazione dell'ufficiale "ci sono dei cadaveri", con la fredda domanda "quanti cadaveri?"
Immaginatevi al posto di Schettino: avete abbandonato la nave, la vedete inclinarsi paurosamente con migliaia di persone a bordo che urlano terrorizzate. Al telefono vi ordinano di salire sulla nave per organizzare i soccorsi  e voi tergiversate. E poi? E poi di fronte ad un "ci sono dei cadaveri", rispondente solo un "quanti cadaveri?".
Come si fa?
Come si fa a fare quell'oscena domanda?
Schettino quella notte ha fatto tanti errori imperdonabili, ma il più grosso secondo me è stato non risalire a bordo. Sarebbe cambiato poco, certo.
Ma, a prescindere dalle responsabilità previste dal Codice della navigazione per il comandante  che abbandona la nave, l'omissione di soccorso è un reato dal quale Schettino non potrà mai ripulirsi.
Ci sono dei momenti nei quali ognuno di noi può decidere di fare la cosa giusta, a rischio della vita, o di fuggire dalle proprie respondabilità, a rischio della propria rispettabilità.
La legge farà il suo corso, e sapremo la verità sull'accaduto.
Oggi però sappiamo qual'è stata la scelta di Schettino quella tragica notte.

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