mercoledì 30 ottobre 2013

IL PIEDE DI PARACELSO NELLA PORTA

Se avete masticato qualche volta Cialdini (intendo Robert, non certo Enrico il macellaio), ricorderete di certo quella semplice e potente tecnica persuasiva nota come "piede nella porta".
Se avete masticato qualche volta Melville (intendo il vecchio zio Herman), ricorderete (forse) il riferimento a Paracelso e al rimedio di rara virtù per placar il tumulto d'ira.
Bene, e quindi?
Ora vengo e mi spiego.
Oggi, mentre pascolavo a mezzacosta i miei radi e ruvidi neuroni sul dolce pendio dell'inutilità, ho sentito la necessità impellente del ben noto  riflesso d'idraulica liberazione e, lungi da me il combattere l'ardua battaglia del trattenere, ho raggiunto a piè sospinto la spirata ritirata.
Afferrato il profilo di porta con mano mancina, visto che mancava di maniglia dall'interno, sono entrato precedendo il battente trascinato di slancio a seguir in chiusura la mia scia.
Quando l'ultimo spiraglio di luce stava per spegnersi, denunciando l'arrivo al traguardo della porta  ed il mio essere solo  nel ricovero fisiologico, d'istinto ho agito con mano destra automatica sul meccanismo di chiusura del battente ancora in movimento.

Un istante, un urlo. 
Il mio urlo.

Dolore lancinante.
Qualche secondo di buio, fedelmente accompagnato da scontata imprecazione, poi il richiamo all'ordine dei neuroni: che diamine è successo?
Prima risposta del comitato di liberazione celebrale:  un pitbull deve avermi raggiunto all'ultimo istante, addentandomi un dito.
Comitato sciolto all'unanimità e neuroni con la giornata libera.
Nessuna idea ulteriore in proposito.
Il dito, ecco l'origine del dolore.
Sangue e scarpe hanno iniziato a rincorrersi  sul  pavimento, in un turbinio di arzigogoli ematici, finché non sono caduto  finalmente preda dell'ira.Dico finalmente perché l'ira, per quanto tiranna, annuncia sempre l'ultimo atto delle tragedie.
Tra le pieghe dei pensieri sono comparsi  Cialdini,Melville e poi fustini dixan, ramponi,,venditori porta a porta, Paracelso e, infine, il soffio velenoso del leviatano.
Ho messo le mani a cucchiaio, nella speranza di raccogliere il salvifico nettare oleoso di balena, ma ciò che ho recuperato è stato solo il ferroso, rossastro grumo oramai imbrunito dall'anossia.
Nessun modo di tenere a bada l'ira insomma.
L'ultima cosa che ricordo prima dell'oblio sono state le parole sussurrate da Cialdini: 
ci dovevi mettere il piede, non il dito!

Si lo so, potevo semplicemente scrivere: oggi,mentre andavo al cesso,mi sono distratto e mi sono chiuso il dito nella porta in tipico stile fantozziano. Dolore cane e taglietto sanguinolento che, per quanto piccolo, ha interessato una zona intensamente irrorata.. Forse mi casca l'unghia dell'indice.
Avrei potuto dire anche così, ma volete mettere la differenza con tutte le paturnie che ho scritto sopra?

NB: tornando un attimo seri,volevo dire che la caccia alle balene che ancora oggi alcuni paesi praticano (tipo il Giappone) è una vergogna indegna ed insostenibile!!



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