martedì 19 novembre 2013

ALLUVIONE IN SARDEGNA

Non ci sono parole.
Un anno si ed uno pure, il mese di novembre viene segnato a lutto sul calendario italiano.

Eppure ogni volta ci si riscopre meravigliati dall'entità dell'evento, dalla portata della tragedia.
Sono anni, tanti anni, che la politica ignora completamente temi quali quelli della prevenzione dei disastri naturali perché a taluni sciacalli conviene intervenire solo dopo la tragedia.
Perché?
Perché intervenire nell'emergenza ha tanti vantaggi: mediatici, elettorali, affaristici. 
Leggi speciali, commissari straordinari, ricostruzioni senza gare, amici degli amici, sempre lo stesso schifo.


Ah, con tanto di lacrimuccia d'autorità a favore di telecamera nei funerali di Stato naturalmente.
Sono stanco e disgustato da questa melma di ignobili sciacalli.
La Sardegna piange i suoi morti, così come fanno i tanti italiani onesti ed inermi.
Una ristretta cerchia di diavoli bastardi invece si sfrega le mani e ride d'avidità perché nuovi affari sporchi si stagliano all'orizzonte.

Il lugubre giorno spegne il sorriso dell'Italia migliore ed accende quello degli infami.

Il popolo dimenticherà presto e altre tragedie colpiranno nell'indifferenza.
La metà dei comuni italiani è a rischio idrogeologico ed il Sud è più insicuro oggi che ai tempi dei Borboni.


Nessun piano d'intervento, nessun investimento in prevenzione, nessun interesse della classe dirigente al problema del dissesto idrogeologico, niente.
Sarno, Genova, Olbia, cosa è cambiato?
Nulla.
Il popolo vive nel bieco fatalismo, inerme, impotente.
Invece di pretendere dalla politica un impegno concreto affinché ciò non accada più, incrocia le dita sperando di non essere nell'elenco delle vittime della prossima sciagura.
Invece di capire i perché, si concentra sul più "spettacolare" come.
Invece di chiedere giustizia, si ingozza di scene drammatiche alla TV, come fosse uno dei tanti patetici "curiosi" che ingrossa le oscene code sull'altra corsia dell'incidente in autostrada. 
Invece di farsi un esame di coscienza, per comprendere che il suo lassismo è doloso e non solo colposo, si rattrista per il tempo che i media vorranno dedicare a quest'ennesima tragedia.
Questo è il popolo italiano oggi, purtroppo.
Il nostro concetto di comunità è divenuto vuoto, così come quelli della solidarietà e della giustizia.
E la politica non è la causa ma solo l'effetto dello svilimento della nostra civiltà.
Fossimo migliori pretenderemmo politici migliori a rappresentarci.
Fossimo migliori non accetteremmo passivamente queste tragedie.
Non è la pioggia che è killer, così come non è l'acqua che uccide.
Non sono  la sfortuna né la statistica.
Uccidono il lassismo, l'affarismo, il cinismo.
Uccide chi permette l'abusivismo.
Uccide l'abbandonare fiumi e torrenti.
Uccide disboscare, costruire nel letto dei fiumi, cementare tutto il possibile ed anche l'impossibile.
Uccide chi incendia ettari ed ettari di boschi ogni estate.
Uccide ignorare le frane, chiudere gli occhi sul cemento "depotenziato", far finta di non vedere i tondini mancanti nei pilastri. 
Uccide l'avidità dei costruttori edili disonesti.
Uccide la mazzetta, la tangente al politicante, la speculazione edilizia.
Uccide l'amministratore che rimpingua le casse del comune con gli oneri di urbanizzazione, permettendo costruzioni non ammissibili in quel luogo.
Uccide il progettista che "mette a posto" le carte, sostenendo nelle relazioni non quello che dice la sua coscienza ma quello che impone il committente pagante.
Uccide chi sa che l'impunità sarà comunque garantita a questi lestofanti!

Ecco, solo dopo che sia stato verificato tutto questo, e cioè che non c'è colpa umana, posso accettare l'idea che sia stata davvero sfortuna.
Il resto è solo pura ipocrisia.
Chiudo perché sono troppo incazzato e disgustato.
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L'ultimo pensiero va alle vittime di questa tragedia ed ai familiari. 
Vittime innocenti abbandonate ad un destino tragico da uno Stato assente.
Uno Stato che invece non è innocente perché spende i soldi per cose che evidentemente ritiene più "importanti" rispetto alla sicurezza dei suoi cittadini.
Che so, tipo i miliardi buttati per gli F35 o per la TAV per esempio....
Le banche, la crisi, la decadenza di mister B, le primarie di Renzi...quanto è lontana questa  gente dai veri problemi dell'Italia...



3 commenti:

  1. Ma il bello deve ancora venire... Sarà un'ulteriore opportunità per realizzare quelle opere tanto di moda atte a "fermare l'acqua" al posto di fare una pianificazione seria, per trovare gli spazi per far defluire l'acqua e altri spazi per consentire alle popolazioni di vivere sicure. Credo che costi meno spostare un insediamento abitativo che realizzare una diga (peraltro contro le leggi fisiche, perché l'acqua non si può fermare)...o no?
    Da meno di un mese, dopo essere vissuta sei mesi in tenda sotto l'indifferenza di tutti, vivo a Claut, un paese di montagna (bellissimo!), che con queste piogge rischia di restare isolato, perché un torrente inghiotte un tratto di strada. Visto che abbiamo tra le migliori ghiaie che si possano trovare in giro, basterebbe chiamare qui tutte le ditte del circondario a scavare. Invece, no: si progetta di alzare la sede stradale! Ovvio, fa guadagnare di più, con la speranza poi che presto non sarà sufficiente nemmeno quella, visto che negli ultimi trent'anni il letto del torrente si è alzato di 15 metri; tra pochi anni la strada sarà inutilizzabile e forse anche prima che finiscano i lavori di costruzione. Teatrino italiano...

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    1. Purtroppo credo che l'Italia non abbia speranze di miglioramento.
      La storia si ripete perché la scrivono i mediocri.
      Claut...l'abbiamo sfiorata i primi di novembre, quando siamo andati a commemorare le 2000 vittime innocenti dell'avidità assassina che ha generato l'onda del Vajont.
      Purtroppo da quel maledetto 1963 non è cambiato niente.
      Ciao e grazie del commento!

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  2. Dimenticavo: Claut si trova al Nord, non al Sud...

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