martedì 5 novembre 2013

IL CASO CANCELLIERI

Non giudico il lato umano della vicenda, ma solo quello istituzionale.
Se infatti è comprensibile la difficoltà di negare una mano richiesta da un amico, contemporaneamente si deve aver bene in mente quale sia  il ruolo di un ministro.
La Cancellieri ha dovuto scegliere se rifiutare l'aiuto ad un'amica o, cosa che poi ha fatto, usare il suo potere politico/istituzionale per soccorrerla.
Ha scelto quest'ultima strada e, se non ci fossero state le intercettazioni, probabilmente non l'avremmo mai saputo.
Che le telefonate del ministro siano o meno da condannare sotto il profilo giuridico, non sta a me dirlo naturalmente.
Da cittadino (anzi, ex cittadino visto che mi sono dimesso da questa scomoda carica) sento però di poter condannare le telefonate sotto il profilo dell'opportunità.
La Cancellieri dice di aver fatto lo stesso in centinaia di casi?
Bene.
Tiri fuori l'elenco e i nomi dei soggetti dei quali si è interessata. Vediamo quanti poveracci ha aiutato.
Perché per il momento l'unico caso noto è proprio quello della figlia dell'amica, già nipote di uno degli uomini più ricchi e potenti d'Italia (almeno fino alla caduta in disgrazia).
Considerato poi che il figlio del ministro ha avuto rapporti di lavoro con la famiglia in questione, l'inopportunità dell'interessamento è ancora più evidente.
Perché l'impressione che si trae da questa storia è che ci siano due paesi diversi?
In uno, popolato dalla stragrande maggioranza degli italiani, lo Stato è giusto ed estremamente severo quando serve (e spesso anche quando non serve).
Nell'altro, popolato da una ristrettissima elite di riccozzi potentanti, lo Stato è generoso, comprensivo, gentile e premuroso.
Migliaia di detenuti, privi del numero di cellulare della Cancellieri, sopravvivono in carceri affollate e indegne di un paese civile.
Decine e decine di detenuti si suicidano ogni anno proprio per la situazione di disagio creata da uno Stato colpevolmente impotente.
Non voglio entrare nel merito della vicenda, ed anzi credo che la detenuta aiutata fosse davvero in gravi condizioni di salute.
Credo però che le dimissioni della Cancellieri siano doverose, a prescindere dall'effettivo vantaggio ottenuto dalla Ligresti grazie alle sue telefonate.
DIMISSIONI!


Nessun commento:

Posta un commento