giovedì 7 novembre 2013

IL FRODATORE ED IL NAZISMO


Ammetto che negli anni passati ho creduto davvero al fatto che le sparate di questo soggetto fossero scivoloni derivanti dalla natura dell'uomo in questione e non invece frasi debitamente calcolate a tavolino dagli strateghi della propaganda.
Ormai, sarà per via di questo indecoroso ventennio, sarà perché gli anni affinano il giudizio, NON CI CASCO PIU'.
Entrare nel dibattito e giudicare le frasi del soggetto relative al paragone tra la condizione degli ebrei nella Germania di Hitler ed i suoi figli, a prescindere dal giudizio personale di ciascuno di noi, restituisce un livello di dignità ad una discussione invece totalmente indecente.

In più, considerando che non si tratta di una dichiarazione a braccio ma di un testo riportato in un libro e, per questo, debitamente valutato e non frutto di una perdita di lucidità momentanea, si coglie il grossolano calcolo nascosto dietro l'apparente scivolone.
La formula di questo calcolo è sempre la stessa ed è così sintetizzabile:
1) sparata improponibile del soggetto in questione su temi apparentemente intoccabili;
2) guadagno di ogni spazio mediatico di amici e nemici, tutti a dividersi tra quello che ha detto e quello che invece voleva dire;
3) dopo una giornata di assenza, il soggetto risolve la rissa dichiarando:
 a) sono stato frainteso;
 b) è vero l'esatto contrario di quello che i miei nemici hanno capito;
 c) sono i miei nemici a fare in realtà ciò che addebitano a me;
4) riparte la zuffa tra amici e nemici, fino a che il soggetto, avendo ormai saturato l'argomento ed essendo calata l'attenzione dell'opinione pubblica, non riparte dal punto 1 generando una nuova sparata.

Qualcuno potrà dire: che interessa ha questo soggetto a mettere in piedi tutta questa caciara?

Serve per dividere in amici e nemici e, soprattutto, per restituire all'opinione pubblica l'impressione che sia colpa dei nemici del soggetto; in realtà, è proprio quest'ultimo che, partendo da una sparata colossale, approfitta per attirare l'attenzione e per ritrattare, sollevandosi poi a primo difensore della tesi opposta a quella che ha lanciato.
Vogliamo vedere se la formula calza a quello che è solo l'ultimo caso?


1) il soggetto paragona la situazione dei figli a quella degli ebrei nella Germania nazista.
2) parte la caciara: la Sinistra spara a zero, la Comunità ebraica mostra il giusto sdegno, così come gli intellettuali. Dall'altra parte gli amici difendono il soggetto arrampicandosi sugli specchi e cercando interpretazioni complicatissime per dimostrare che si tratta in realtà di un paradosso, un'iperbole, bla bla (la solita supercazzola insomma).
3) nel pomeriggio inoltrato e dopo aver catalizzato tutti i media sulle sue affermazioni, il soggetto compare per dire che è stato frainteso e che lui è il primo amico di Israele e degli ebrei. Lui è il primo difensore degli oppressi. Sua madre ha salvato gli ebrei in quel lontano bla bla. Il padre lo portava al cimitero dei caduti per la libertà. Ha giurato sulla tomba dei caduti che avrebbe difeso i deboli bla bla. E via fiumi di retorica...Ah, naturalmente non mancano gli attacchi ai "nemici"....sono loro che sono contro gli ebrei in realtà. Avete dimenticato i dirigenti della sinistra così legati ai terroristi palestinesi? Sono loro i veri nemici di Israele...
4) i "nemici" ignorano il fatto che l'opinione pubblica è stata ormai distratta dall'oggetto della "lotta" (le frasi infelici del soggetto), e continuano a sparare a zero su qualcuno che ormai dice di essere il paladino delle comunità che ha in realtà offeso. Gli "amici", dopo aver difeso il soggetto seguendo strade diverse (ognuno si era ingegnato per arrampicarsi sull'ardua parete a specchi), possono finalmente compattarsi sulla linea unica dettata dal soggetto. 
La colpa di tutto ricade sui nemici. Sono loro quelli che speculano sull'Olocausto!


Insomma, bassa propaganda.


In conclusione vi dico cosa penso: penso che le dichiarazioni di questo soggetto dovrebbero essere valutate solo dopo aver fatto mente locale sulla qualità morale dello stesso che, in nome del Popolo italiano, è stato condannato in via definitiva in quanto FRODATORE FISCALE.
Che me ne strafotte dell'opinione di un  frodatore fiscale?
Può dire quello che vuole!
Resta un criminale.
Ci riferisce che i suoi figli gli avrebbero detto di sentirsi come gli ebrei nella Germania nazista?
E chi se ne strafotte?
Ma che credibilità può avere uno che froda il fisco del mio Paese?
Ma che credibilità può avere uno che usa argomenti così delicati per i propri bassi calcoli propagandistici?

NB: pur essendomi dimesso dalla carica di cittadino, per il momento non posso dimettermi dal mio status di italiano. Per questo, per quanto mi compete, chiedo scusa per conto del soggetto a tutti coloro che nel pianeta si siano sentiti offesi dal suo paragone.

Nessun commento:

Posta un commento