lunedì 4 febbraio 2013

JERZY JUREK KUKUCZKA

Ho appena finito di leggere il libro  "Jerzy Kukuczka, un grande tra i giganti della Terra", che narra le imprese sportive di uno dei più grandi scalatori di sempre.
Le sue scalate secondo me superano ampiamente il limite dell'umano.
Bivacchi invernali a 8000metri e -40°C, scalate senza corde, chiodi, ganci, viveri, aperture di nuove vie impossibili solo da immaginare, questo era Jerzy.
Uno che alle 17pm contemplava il panorama dalla vetta a più di 8000metri, nel mese di gennaio e con il buio in arrivo, quando qualunque altro scalatore estremo sarebbe stato nella tenda del campo base già da almeno 4ore.
Uno che in ogni impresa ha guardato in faccia la morte: appeso su una parete di ghiaccio con  soli ramponi e la piccozza sotto una bufera di neve; senza acqua e cibo per giorni interi, con mani e piedi congelati; travolto più volte da valanghe; precipitato in seracchi; colpito da rocce in caduta.
Ogni volta si è rialzato.
Purtroppo però, dopo tante imprese impossibili,  in un tristissimo giorno di  ottobre del 1989, Jerzy ci ha lasciati. E' entrato nella leggenda.
Dal quel giorno, ad ogni tramontare del sole,  penso che il Lhotse si inchini alla sua grandezza, abbandonandosi al buio.



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