mercoledì 16 gennaio 2013

QUELLA VOLTA IN CUI

Ero su un cargo battente bandiera liberiana e avevo un biglietto per l'inferno.
Sguattero a tagliare patate,mi ritrovai un coltello piantato nella pancia e solo perché avevo contraddetto il cinese ciccione aiuto qualcosa. Sentivo la vita fluire dal mio corpo, come a rincorrere quel fiume di sangue che straripava dalla mia pancia. Ho sempre pensato che i momenti di puro terrore siano quelli nei quali un uomo tira fuori la comicità più brillante e fantasiosa, ancorché totalmente inutile. Insomma, sembravo un'idrante caricato al sangue e stavo lì a pensare: ma il  fegato è a destra o a sinistra?
Ero spacciato.
Poi accadde. 
Iniziò con un fremito leggero. Un tonfo sordo. Mi girava la testa e stare in piedi non era semplice con tutto quel sangue viscido sul pavimento. Il mio. Un dettaglio mica male.
La stiva delle endorfine era quasi vuota e il mio cervello non sapeva più cosa spararmi in circolo per farmi credere che me la sarei cavata. E' sempre così. Sai che sei spacciato, ma il tuo cervello ti spara in vena una vagonata di sostanza rilassanti/orgasmiche, e solo per farti stare calmo. 
Miliardi di neuroni (pochi quelli usati) a venderti pentole col fondo alto 1cm e a regalarti l'attrezzo ginnico che rassoda i glutei o, a scelta, il ferro da stiro con caldaia professionale.
Che vita triste che si perde.
Un attimo dopo e la nave passò in un niente da 20 nodi a zero punto zero, portandosi dietro il mio stomaco condito al sangue.
Tonnellate di ferraglia contro una montagna di ghiaccio.
Voi che dite?
Polvere di ferro o granita?
Chi di voi in quel momento non penserebbe: ok, tanto sono fottuto; meglio morire dissanguato come un pusher accoltellato in una periferia disastrata o come uno sventurato passeggero (di terza classe) del Titanic?
Fa davvero differenza?
Per me la faceva.
Strinsi i denti ed aspettati il mare. L'acqua gelida dell'oceano contro tiepido sangue fresco di giornata. Un'altra bella lotta.
Rose sono Jack. O quasi.
Il mio Titanic non è bello come il vostro però. Niente salone delle feste.
Il mio puzza di rancido e ruggine, di fame e disperazione.
Di morte. Come il vostro.
Quanto appaiono ridicole oggi queste cose. 
I miei resti mortali hanno scelto una tomba bella grande, non c'è che dire. Una colonna d'acqua salata di 3000metri e buio pesto. Il mio spettro, credo si dica così, vaga a zonzo per i luoghi della mia infanzia, alla disperata ricerca di una pace che non verrà. Mai.
Un momento!
Ma si, certo. Mi sono salvato. Sono vivo, vivo. All'ultimo istante ho raccolto le forze e mi sono tuffato. Il freddo dell'oceano ha rallentato il flusso del sangue e gli squali sono impazziti. Ma nella foga si sono mangiati tra loro. Dopo 2 ore di niente, l'arrivo dei nostri. Un mese di ospedale, una cicatrice sulla pancia ed una sul cuore, ma oggi sono qui. 
Vivo e vegeto. Vivo.Vegeto.

NB: quando racconto la mia storia, di solito mi ritrovo con un bel vaffa e qualche risata di scherno. Nessuno mi crede. Ed è lì che mi incazzo.
Ma come?
Perché la mia storia dovrebbe essere meno credibile di quello che da un mese va in giro a raccontare il vostro Papi Berluscone?
Riuscite a bervi quelle palle e non credete alla mia triste vicenda?
Ok, vi mostro la ferita.
eccola.....

NB: per essere chiari, ho perdonato il ciccione cinese e ogni tanto giochiamo a scacchi su skype.
      Di solito vinco, ma solo perché è troppo impulsivo. Un male per chi gioca a scacchi.
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alla prossima 


4 commenti:

  1. Che meraviglia! Dal momento che non hai citato alcuna fonte, immagino che lo abbia scritto tu... E’ stupenda, questa storia!

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  2. Grazie.
    L'unica fonte è stata la mia sorte avversa;)
    Devo confessare però che non tutta la storia è vera.
    A scacchi col cinese non vinco spesso, perché l'impulsivo tra i due sono io.
    ciao

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  3. Lo immagino, che non sia vera. Ma guardando la ferita, ci si può comunque credere...
    E poi scrivi davvero bene, in un modo che trovo coinvolgente. Hai mai pensato di poter avere un futuro anche come scrittore?

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  4. grazie per i complimenti.Il mio blog nasce dall'esigenza di liberare la mia mente da pensieri ed emozioni altrimenti insostenibili. Mi accontento di questa forma di liberazione. Condivido i miei pensieri con chi ha voglia e tempo di leggere i post e di arricchirli con i suoi spunti.
    ciao

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