giovedì 30 maggio 2013

SENZA FIATO


L'altro giorno Zupacchiotta mi ha convinto (costretto) a riparare la corruzione corporea dovuta all'infausto maltempo in uno di quei luoghi ameni che un tempo allietavano gli antichi Romani.
Si, si, intendo le terme. 
O meglio, non proprio le terme come luogo artificiale nel quale l'uomo convoglia le energie della natura (le fonti termali appunto), ma come luogo artificiale nel quale l'uomo convoglia finte acque termali create con acqua dell'acquedotto e tanta chimica in polvere.
Vasche d'acqua additivata e riscaldata artificiosamente, per il sollazzo dell'italiota medio con la sindrome da "riposo del guerriero".


Ma non era di questo che volevo parlare.
L'esperienza in questione merita certo più di un post, ma in quest'ennesima serata umida di pioggia è troppa sbatta anche per un grafomane come me.

Concentriamoci sul cuore del post allora, e che niuno intralci il cammino.

L'acqua era inaspettatamente tiepida e i brividi di freddo mi spingevano alla ricerca degli angoli morti delle vasche, dove assecondare i tepori tenui di odorosi ristagni.
Intorno a me, a gruppetti scomposti, sparute coppie di bagnanti diradati, in maggioranza amiche con discorsi da "e cosa vuoi di più...un Lucano!" e "Sex and the city".
Sul filo pozzangheroso del bordo piscina, efficiente e spietata  la ronda del "bagnino" operoso, con la maglia inquisitoria riportante a caratteri cubitali la scontata dicitura "Staff". 
Questo "secondino" , moderno "guardia di porta", meschino lui si guadagna la pagnotta a controllare che nessun "Mastro di Chiavi" unisca i suoi fluidi corporei con la sua dolce metà nel vascone  dei bagnanti.
Ma non è neanche questo l'argomento.


Insomma, ero lì a riflettere sui massimi sistemi e sulla patatazza al forno ricoperta di panna acida e pancetta, e mi sono chiesto: ma se uno ha un malore, quanto ci mette questa "macchina" infernale ad accorgersene?
Zupacchiotta non si vedeva all'orizzonte e anzi mi aveva salutato da un pò per un non meglio precisato "percorso finlandese" a base di sbalzi termici improponibili, specie per un mediterraneo come me. 
I bagnanti erano pochi, ma dieci persone in una vasca come quella bastavano per avere almeno 2-3 coppie d'occhi in ogni angolo e poi c'era il bagnino di ronda che girava come uno squalo.
A quel punto ho realizzato e da buon sperimentatore mi sono prestato a rivestire il ruolo della cavia e del ricercatore.
Mi sono ricordato di quella vecchia e poco usata dote naturale della quale dispongo, l'apnea, e senza appariscenti ventilazioni o respirazioni anomale mi sono lasciato cadere a pelle di leone come fossi morto.
Viso nell'acqua e classica postura da annegato, ho atteso che qualcuno intervenisse.
Premetto che ai bei tempi, quando beltà splendea, senza alcuna preparazione specifica potevo vantare quasi 3 minuti di apnea (il record era 2min e 50 sec).
I secondi passavano inesorabili e né i bagnanti, né tanto meno quel pirla del bagnino venivano a sincerarsi delle mie condizioni.
Com'è finita?
Dopo due minuti e mezzo ho finito l'aria nei polmoni e sono riemerso.
Le coppie di amiche "Amaro Lucano" continuavano a farsi i fatti loro, così come il bagnino, tutto impegnato nel "controllare" due pischelli un po' troppo attaccati per quello che è definito il "comune senso del pudore".
Insomma, avessi avuto davvero un malore, sarebbero stati grancazzi.
Cosa volevo dimostrare?
Niente.
Ma ci credevo. Credevo davvero che qualcuno sarebbe venuto a "salvarmi", toccandomi la spalla, chiamandomi o chiamando il bagnino, per sincerarsi delle mie condizioni.
Niente.
L'umore mi era di colpo peggiorato e mentre pensavo a che schifo di società abbiamo creato, Zupacchiotta mi ha ridonato il sorriso.
Lei quando ero "svenuto" mi aveva notato ma, essendo al corrente dei miei "margini" senza ossigeno e, soprattutto, conoscendo il mio spirito polemico, aveva mangiato la foglia godendosi la scena.
Meno male che c'è Zupacchiotta!

La morale della favola?
In una vasca del centro benessere puoi morire nell'indifferenza ma non puoi trombare!

 Saluti


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