mercoledì 1 maggio 2013

DA ANTONIO GRAMSCI AD ENRICO LETTA

Per tracciare una retta basteranno pure due punti, ma provateci voi ad unire Antonio Gramsci ed Enrico Letta se ne siete in grado.
Certo, l'accidentato percorso del Partito Comunista è tutt'altro che una retta, ma amo le semplificazioni e tendo a smussare gli angoli ed a rettificare anche gli arzigogoli più impegnativi.
La distanza siderale che separa i due esponenti politici in questione mortificherebbe anche chi potesse coprirla a cavallo di una saetta scagliata dal cielo nero che ci sovrasta anche oggi.
Antonio, un figlio dell'Italia migliore, piegato ma non spezzato dai suoi problemi di salute, mente illuminata a servizio del Popolo e del progresso, perseguito dagli ignobili fascisti per le sue idee di libertà.
Enrico, un figlio del compromesso tutto italico, dell'aiutino, del parente di, del "mi manda zio Gianni", dell'inciucio, del quale Popolo?, della meritocrazia alla meno uno, del subire il ricatto come forma di esaltazione, del Machiavelli, del fine giustifica i mezzi, del come è potuto succedere?
Non c'è bisogno di confrontare il pensiero di Gramsci e quello di Letta per capire che in questi giorni si è consumato lo strappo definitivo con il Popolo  e con il sublime concetto di uguaglianza.
Dopo la semina viene sempre (o quasi) il raccolto, e cosa ci si aspetta di raccogliere se si riempie il Partito di "giovani" democristiani, figli di massoni, ciellini ed ex socialisti di Craxi?
Penso a Gramsci e sono sopraffatto dalla disperazione.
Penso a Berlinguer e alla profondità dei suoi ideali, e non mi capacito della fine che abbiamo fatto.
Letta premier, Renzi quasi certo segretario, una dirigenza di un livello talmente basso da non poterne sostenere la vista.
Il puzzo del compromesso, dell'inciucio, dell'anima svenduta al diavolo, questo è rimasto del sogno di libertà che ci hanno regalato i grandi uomini che hanno fatto l'Italia?
Certo che no.
La colpa di questa fine oscena è nostra. Siamo noi che abbiamo consentito a gente come Veltroni, D'Alema, Rosy Bindi, Matteo Renzi, Enrico Letta, di parlare da Sinistra con l'animo di Destra.
Siamo noi che gli abbiamo permesso di svendere il Partito con dentro i nostri sogni migliori.
E chi mi dice " non c'è più la Destra e la Sinistra" è uno sconsiderato.
E' proprio in momenti come questi che bisogna riscoprire la lotta di classe, la difesa dei deboli, il sogno dell'uguaglianza tra gli uomini, la Bandiera Rossa.
Volendo si può invertire il senso di marcia, si può tornare a percorrere il sentiero nobile tracciato dai nostri padri migliori, ma non si può e non si deve più aspettare.
Basta accontentarci supinamente di questo spettacolo.
Letta, Renzi e compagnia cantando, stringano pure i loro bassi accordi col caimano.
Ma non nel nostro nome.
Oggi più che mai c'è sete di giustizia.
Oggi più che mai occorre uno slancio d'animo, un soccorso rosso.
Qui ed ora.
Ora e sempre Resistenza!
Viva l'Italia migliore.

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