mercoledì 8 gennaio 2014

POLIZIA VIOLENTA: SERVE IL NUMERO DI RICONOSCIMENTO SUBITO!


Agli italiani informati, purtroppo sempre troppo pochi, la puntata del programma TV "Presadiretta" sui tanti casi di violenza di poliziotti contro cittadini inermi non deve aver detto molto di più di quanto già non sapessero.
La speranza è invece che, ai tantissimi italiani che ignorano il problema, purtroppo sempre troppi, la visione di quelle scene atroci ed il racconto delle storie di giovani uccisi a manganellate da "servitori dello Stato" possa aprire gli occhi.

Sono argomenti complicati, lo so, ma devono essere affrontati.
L'idea che alcuni poliziotti, dopo aver ucciso con barbara violenza un ragazzo inerme, possano farla franca (o scontare pene ridicole), in quanto coperti in ogni modo dai superiori, è un qualcosa che non riesco a metabolizzare. Non parliamo poi della facilità con la quale si lascia gli stessi soggetti al proprio posto, liberi di inquinare le prove, minacciare i testimoni e, incredibile a credersi, in servizio per le strade.

Quasi sempre, quando si toccano questi temi, ci si concentra sui tantissimi agenti onesti che, per quattro spiccioli e rischiando la vita, fanno ogni giorno il proprio dovere, minimizzando invece le poche "mele marce" che si macchiano di reati orribili. Questo approccio può andare bene ma solo se alle parole seguono i fatti: le "mele marce" devono essere punite come ogni altro cittadino (col carcere!) e licenziate in tronco.
Non devono essere difese direttamente o indirettamente, facendo quadrato per interesse di "corporazione".

Non devono essere addirittura premiate con avanzamenti di carriera, come avviene quasi sempre..
Non devono essere lasciate libere di condizionare il processo a loro carico.
Questi soggetti devono essere giustamente processati e, se condannati, devono finire in carcere.
Punto.
Sono stanco di sentir ripetere "la divisa non si processa"!
Basta!
Sentire poi le motivazioni con le quali i politici e gli alti dirigenti della Polizia giustificano il loro no all'adozione del numero di riconoscimento sul casco dei poliziotti è un insulto alla civiltà!
Ogni dipendente pubblico deve poter essere riconoscibile mentre svolge il proprio lavoro perché rappresenta lo Stato e, in caso di abuso, deve essere individuato e punito.
Evidentemente per i poliziotti questo non vale.
Ed è secondo me il senso di impunità che agisce da amplificatore di questi atti di violenza ignobili e vigliacchi. Vedere 4 o 5 poliziotti infierire con violenza inaudita su di un uomo riverso a terra e già immobilizzato è qualcosa che ferisce nel profondo la dignità del nostro popolo.
Ma vedere poi tutte le azioni di copertura dei superiori è ancora peggio.
BASTA!
BASTA!
BASTA!
I casi sono talmente tanti che non sarebbe giusto citarne solo alcuni; 
l'indifferenza che l'Italia mostra (tranne rare eccezioni) deve far riflettere.
In attesa che la politica (che fa schifo l'ho detto?) trovi il modo di evitare il ripetersi di queste atrocità e, soprattutto, che si innalzi l'urlo di protesta del popolo, non mi resta che rassegnarmi. 

Per chiudere, vorrei esprimere la mia totale vicinanza alle vittime di questi che, a tutti gli effetti, sono e restano "omicidi di Stato" ed alle loro famiglie. 

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