Ci sono storie che andrebbero raccontate ogni giorno, perché parlano di uomini speciali.
Oggi il mio pensiero vola a John Brown, un uomo che ha dato la vita per difendere la libertà degli schiavi.
E' passato tanto tempo, certo, e non è più il colore della pelle a determinare la condizione di vita degli uomini (almeno in una parte del pianeta). Ma la schiavitù non è scomparsa. E' cambiata e, forse, è meno visibile di prima, ma non è certo scomparsa. Oggi gli schiavi sono i lavoratori precari ai quali è stata tolta ogni dignità ed ogni speranza. Oggi gli schiavi sono i giovani vessati da un mondo del lavoro indegno. Oggi gli schiavi sono gli operai cinesi sfruttati e trattati come bestie nelle fabbriche clandestine che facciamo finta di non vedere. Oggi gli schiavi sono gli extracomunitari senza permesso di soggiorno, sfruttati da italianissimi imprenditori che magari votano per partiti che sono platealmente xenofobi. Oggi gli schiavi sono i lavoratori cinquantenni, buttati in mezzo alla strada dal "genio" di turno (vedi il metalmeccanico Italo-canadese, con la residenza in Svizzera però...), dopo 30 anni di lavoro onesto col quale ha ingrassato il culo dei padroni.
Oggi gli schiavi sono gli uomini senza speranza e senza futuro che, lasciati soli ed indifesi, si suicidano tra l'indifferenza generale.
Oggi più che mai servirebbero non uno ma cento, mille, diecimila John Brown!
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