Ho appena letto il libro di Eugenia Guerrieri "Deathdoc" e, a caldo, provo a fare qualche riflessione.
Il libro affronta tematiche delle quali quasi nessuno sa niente: la vita nei cimiteri.
Si, si, la vita.
Nel senso che, con la scusa di raccontare la triste vicenda di un giovane anatomo patologo che, per sfuggire ad una condanna penale, fa il latitante come custode di un cimitero sotto falso nome, ci narra per aneddoti la vita dei necrofori, della variegata umanità che visita i propri defunti e, udite udite, anche degli assurdi regolamenti cimiteriali e dei fenomeni che accompagnano il deceduto dall'istante della morte alla completa scheletrizzazione. Niente è tralasciato. Detta così, la cosa sembra molto macabra.
E infatti lo è. Ma il potere dissacrante del libro permette di sorridere anche di cose che, in altri contesti, farebbero rabbrividire.
Dopo la lettura di questo libro, non che ce ne fosse bisogno, ma ho rafforzato la mia convinzione di farmi cremare quando sarà arrivata la fine del mio viaggio terreno.
Se non avete la mia stessa idea, vi conviene leggere il libro.
Fin qui il buono.
Per quanto riguarda i difetti, direi che non è sempre curato e scorrevole. Spesso è ripetitivo ed a volte le frasi si intrecciano in modo da far perdere il senso al lettore. Il rigore degli aneddoti e dell'approccio "medico" perde un po' di carattere per colpa delle vicende dei protagonisti, non sempre ben raccordate tra loro.
In ogni caso, voto più che positivo e libro CONSIGLIATO.
Ah, chi è facilmente impressionabile si astenga.
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