Da qualche settimana ho iniziato una nuova avventura sportiva: lo spinning!
Dico avventura non per caso, ma avrei potuto anche osare odissea; si perché dopo quell'ora di pedalata riuscire a tornare a casa non è un'impresa da poco.
Pur vantandomi (senza averne merito) di essere un ciclista amatore di livello medio-basso-molto basso, mi sono tenuto sempre a debita distanza da questa attività indoor, perché pensavo fosse noiosa e, comunque, non efficace quanto le pedalate on the road.
Mi sono dovuto ricredere.
A parte essere molto coinvolgente, praticamente mi sfonda le gambe.
Un'ora dove, se si vuole, si può dare davvero tutto.
Cosa che naturalmente faccio.
L'altro giorno ho pensato di "controllare" la mia "performance" col cardio, restando di stucco: 170-180bpm per la gran parte della pedalata e comunque mai sotto i 150.
Per capirci, questi picchi su strada li raggiungo solo su rampe con pendenze superiori al 15%.
Si lo so, qualche espertone potrà notare che con queste pulsazioni lavoro certamente sopra soglia ed in fase anaerobica. Vero, ma conto di abbassare i battiti col tempo e con l'esperienza.
NB: per chi volesse intraprendere lo spinning, ma non pensa di esserne capace, devo fare una precisazione doverosa. La resistenza del volano e, quindi, la fatica conseguente, è determinata direttamente da ciascun "atleta", regolando la manopola posta su ogni bike. Questo vuol dire che in quell'ora di pedalata, ognuno dà quello che può o che vuole. La forma arriverà col tempo e con l'allenamento. Che poi, a pensarci, anche chi scoppia arriva al traguardo insieme al gruppo!
Nessun commento:
Posta un commento