venerdì 28 settembre 2012

IL CASO SALLUSTI

La condanna a 14 mesi di carcere (per il momento sospesa) per il giornalista Sallusti, come spesso accade in Italia, ha determinato la solita nascita dei due partiti pro e contro, trasformandoci come sempre tutti in tifosi.
C'è chi gode a sperare che vada in galera e c'è chi lo erge a paladino del diritto di opinione.
In tutto questo Sallusti sceglie la strada del martirio, non risparmiandoci dalla retorica della Giovanna d'Arco contro gli inglesi (tutti magistrati?).
Ora, naturalmente manco di mezzi per esprimere un giudizio tecnico nel merito della sentenza inflitta, e quindi evito di fare "l'avvocato per corrispondenza" (cosa che invece fanno in tanti purtroppo), ma mi pongo come voi la domanda chiave: è giusto che il direttore di un giornale vada in galera per un articolo scritto da altri sul suo giornale? O ancora meglio, a prescindere dai ruoli, è giusto che un giornalista vada in galera per un'opinione scritta a mezzo stampa?
Posta in questi termini, la domanda vede tutti convergere chiaramente sul no. 
Ma l'impressione è che in questi termini la domanda sia mal posta.
Consideriamo qualche altro punto d'osservazione.
Mumble mumble....

Per esempio, l'avete letto l'articolo incriminato?
Probabilmente si, ma è del 2007 e forse vale la pena rinfrescarsi la  memoria.
L'articolo potete leggerlo qui.

La vicenda è nota: l'articolo narra della storia di una tredicenne che, a detta dell'anonimo giornalista (che si firma con lo pseudonimo di Dreyfus), sarebbe stata costretta ad abortire dai genitori, con la "complicità" dei medici e del magistrato (quello che poi ha sporto denuncia, a seguito della quale è nata la condanna).
Purtroppo, come si è scoperto poco dopo (o contestualmente, poco importa), la storia era un pò diversa da come narrata da Dreyfus e questo ha spiegato naturalmente la reazione del magistrato che, come non capirlo, si è sentito diffamato da un articolo nel quale si auspicava addirittura la pena di morte!!!!

Non conoscendo le motivazioni della sentenza, evito anche di addentrarmi nelle valutazioni giuridiche connesse all'applicazione o meno della famosa (e funesta) legge Cirielli (o ex Cirielli) sui condannati recidivi (un'ottima analisi la trovate qui) e vengo finalmente al punto.

Questa condanna è stata l'occasione che tanti hanno colto per  riflettere sulla necessità di modificare il codice penale e le leggi che l'hanno determinata, e su questo non discuto.
Fa però impressione pensare che, essendo partiti i 30giorni di sospensione della pena, la politica di solito così lenta a reagire mostri invece l'intenzione di presentare immediatamente un disegno di legge in merito o, ancora più incredibile, addirittura un decreto ad hoc (quale nome dargli se non "decreto salva Sallusti?").
L'impressione è insomma la solita: i poveri cristi possono marcire in carceri sovraffollate senza che nessuno batta ciglio, ma quando a rischiare la reclusione è un nome importante, ecco che tutti si scoprono solerti ed interessati affinchè ciò non avvenga.
Questo non vuol dire che io speri di vedere Sallusti in gatta buia.
Per finire (come sempre ho scritto troppo), penso che sia giusto che Sallusti però paghi, e per le seguenti ragioni:

1) l'articolo è davvero indecente: sia per la retorica allucinante del pezzo (ma non per questo merita la condanna), sia per l'assurdo attacco nei confronti dei genitori della ragazzina, dei medici e del magistrato interessato dalla vicenda (come si fa a pensare alla pena di morte?),sia infine perchè poi la storia si è rilevata diversa (e quindi raccontata in modo falso, per colpa o per dolo poco importa).

2) il direttore di un giornale è responsabile dell'articolo, a prescindere dal fatto che l'abbia scritto direttamente o meno. Mi chiedo perché questa cosa sia così difficile da accettare. Tanto più che per l'articolo è stata scelta la formula della firma anonima!!!

3) (il punto più delicato) perché si inizi a capire che la deriva dei giornali di una certa area politica sta eccedendo davvero troppo. Quanti articoli (cartacei o online) hanno superato i limiti della decenza nell'attaccare questo o quell'avversario? Quanti articoli hanno colpito in modo diretto e personale magistrati riconosciuti come nemici? Quanti articoli hanno generato quell'oscena macchina del fango che in questi anni abbiamo dovuto subire? Ecco, forse la riflessione dovrebbe considerare anche questo punto. Non è che questa sonnolenza di fronte alla macchina del fango ci ha resi tutti più indifferenti rispetto a reati quali la calunnia  a mezzo stampa o l'omesso controllo?

In ultimo, quindi, a prescindere dal fatto che credo nell'assoluta correttezza della sentenza (in termini legali, sono fermamente convinto che i giudici abbiano semplicemente applicato la legge vigente), penso contemporaneamente che per casi del genere si debba colpire duramente il direttore coinvolto, con pene però esprimibili in sanzioni economiche (per lui e per l'editore) e punitive (sospensione dell'albo per un tempo paragonato alla gravità del reato).
Se poi prendiamo per buona la confessione di Farina (auto accusatosi della scrittura dell'articolo in questione) e consideriamo che all'epoca dell'articolo questo giornalista era escluso dall'albo dei giornalisti (oggi sinceramente non so se sia stato reinserito), possiamo avere (forse) una visione più chiara della gravità della cosa.
Bah....vedremo se i politici lo salveranno o se dovremmo sorbirci anche il Sallusti martire in galera!
In ogni caso, interpretare retoricamente la parte della vittima sacrificale rende Sallusti ancora più ANTIPATICO!

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