sabato 5 novembre 2011

Vajont

Scrivo questo post con tutta la pietà che il mio animo può esprimere per onorare le vittime della tragedia. Grazie a tutti quelli che ci hanno saputo raccontare la verità (prima tra tutti Tina Merlin), sappiamo che non è stato un evento naturale, una fatalità. E' stata una tragedia annunciata, nata dal cinismo della Sade e di chi l'ha protetta e aiutata. E' stato l'inferno in terra.
Per questo non deve più accadere.
Per questo le scolaresche di tutta Italia dovrebbero visitare la valle.
Perchè non deve più accadere.
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Se avete la possibilità, andate alla diga del Vajont.
Solo guardando con i vostri occhi capirete cosa è successo in quella valle.
Capirete, ma non completamente.
La frana è talmente colossale, da essere"fuori scala" anche per l'immaginazione piu fervida.
Stenterete a credere che le due colline che si stagliano dinanzi la diga siano solo una piccola parte della frana.
Quanti sono 300milioni di metri cubi di roccia?
Un cartello che ho visto vicino la diga, cerca di spiegarcelo in parole semplici, con un esempio: se si volesse liberare la valle dalla frana, lavorando 24h al giorno con 100 camion in contemporanea, servirebbero 700anni (il livello della frana scenderebbe in media di 1mm al giorno).
E cosa dire della tristemente famosa "M" di Muller? (la traccia incisa dal distaccamento franoso del monteToc). La M è ancora lì naturalmente. Bianchissima. Immensa. Ma la cosa che lascia ancora una volta senza parole è la quota più alta del distacco: 700 metri sulla linea di invaso del lago.
E la diga? Sembra enorme, finchè non si scopre che, dal lato della frana, è interrata per la gran parte (se ne vedono solo 50metri). Dal coronamento della diga, spalle alla frana (guardando la valle dove c'era Longarone),guardando in basso si può vedere la diga in tutta la sua enormità e, soprattutto, si scopre che la docile valle lato frana, è in realtà una incisione profondissima del fiume tra le montagne. A valle della diga, la valle ha la profondità originale. A monte della diga, la valle è quasi completamente interrata dalla frana. La differenza è pazzesca (ed è stata riempita dalla frana).
Del lago del Vajont resta solo uno stagno, ma si fa fatica ad immaginare quella valle piena d'acqua.
E l'onda? Come si può immaginare un'onda alta 200metri più della diga? Un'onda che sale su su fino a lambire il paese di Casso? Vi garantisco che dal coronamento della diga Casso si vede bene, e pensare che l'onda sia arrivata lassù fa capire l'apocalisse di quel maledetto 9 ottobre '63.
E Longarone? Dalla diga si intravede traguardando la strettissima valle. Una linea retta unisce la diga e Longarone. Una maledetta linea retta. Quella che ha usato l'onda per uccidere 2000 esseri umani,
Poi lo sperone di roccia che ha salvato Erto. L'unico miracolo nella tragedia.
Il museo, le ricostruzioni, i segni dell'acqua, il silenzio, la pietà ed il rispetto negli occhi di quelli che come me hanno cercato a loro modo di onorare le vittime innocenti(visitando i luoghi della sciagura nel ponte del 2 novembre), tutto è intenso, amplificato.
La valle del Vajont è un cimitero a cielo aperto.
Una testimonianza per tutti.
Una parte di me è rimasta lì, facendomi forse una persona migliore.
Per questo consiglio anche a voi di andare lì-
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(dal coronamento della diga, spalle alla frana; là in fondo Longarone)
                                               
 (dal coronamento della diga, guardando in basso
   verso la valle, lato Longarone)
                                          
La diga lato frana (la frana si vede a sinistra)

parte della frana; a destra il monte Toc (la macchia bianca è una parte della M di Muller)

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