Quando a giugno la Procura di Taranto aveva disposto il sequestro di una parte degli utili della famiglia Riva, per la cifra record di 8 miliardi di euro (OTTO MILIARDI DI EURO), ero rimasto confuso. Da un lato, il preminente, sentivo un moto di soddisfazione dettato dal fatto che, anche se Taranto è stata inquinata forse in modo irrecuperabile, almeno i padroni erano stati toccati sul loro punto debole: i soldi!
Dall'altro, più latente, temevo che l'enormità della cifra condannasse al buco nell'acqua in caso di ricorso.
L'euforia è durata poco purtroppo.
Oggi la Cassazione ha annullato la sentenza di sequestro, restituendo ai Riva il denaro in questione.
Il danno prima, la beffa poi.
Chi è stato a Taranto, ha potuto toccare con mano quello che l'Ilva ha fatto in quella città.
Chi ci vive, combatte ogni giorno sopraffatto dal ricatto "o lavoro o morte", tremando ad ogni colpo di tosse suo o dei suoi cari. Per aggiungere dramma al dramma, i bambini sono i più colpiti.
Il profitto di pochi avvelena migliaia e migliaia di persone, inquinando in modo irreparabile una terra meravigliosa.
Quando l'Ilva arrivò a Taranto negli anni '60, la città era ancora quella splendida perla che ha reso grande la Magna Grecia. Natura, terre fertili, pescatori, paesaggi mozzafiato, profumi, colori, gioia di vivere.
Guardatela oggi.
Morte, piogge acide, tumori, tristezza, povertà.
E tutto per cosa?
Per il profitto. Dei Riva però.
Qualcuno dirà: si ma anche i tanti tarantini che lavorano nello stabilimento hanno goduto del profitto derivante dall'Ilva.
Seh, come no.
Seh, come no.
Strozzati nell'ignobile ricatto (o lavoro o morte), hanno visto e vedono morire i loro cari (quante famiglie possono dirsi non toccate da almeno una morte collegata all'Ilva?), o sono morti e muoiono loro stessi.
Mentre i padroni ingrassavano ed ingrassano il culo, loro hanno preso e prendono le briciole, scoprendole poi avvelenate.
Mentre i padroni ingrassavano ed ingrassano il culo, loro hanno preso e prendono le briciole, scoprendole poi avvelenate.
Chi bonificherà l'immensa area dell'Ilva?
Chi bonificherà una delle aree più inquinate del pianeta?
I Riva? La Federacciai? Confiundustria?
Seh, come no.
Chi bonificherà una delle aree più inquinate del pianeta?
I Riva? La Federacciai? Confiundustria?
Seh, come no.
Sono triste, molto triste per questa storia. Perché sono fermamente convinto che chi ha fatto profitti inquinando e generando morte,debba andare in galera e finire in miseria economica. Non potrà pagare il conto astronomico delle bonifiche necessarie e dei risarcimenti alle vittime, ma che almeno si usi tutto (ma proprio tutto) il suo patrimonio accumulato per pagarne almeno parte.
Andrebbero lasciati a pane ed acqua. Ma l'acqua dovrebbe essere quella emunta dai pozzi intorno all'Ilva.
Voglio chiudere riportando il testo riportato su di una lapide che alcuni tarantini hanno voluto sulla facciata di un palazzo di Taranto nel 2001:
" Nei giorni di vento Nord-Nord Ovest
veniamo sepolti da polveri di minerali
e soffocati da esalazioni di gas
provenienti dalla zona industriale Ilva.
Per tutto questo, gli stessi
MALEDICONO
coloro che possono fare e non fanno nulla
per riparare"
La beffa è che questa lapide, dopo soli 12 anni, è già quasi del tutto illeggibile perché coperta e consumata dalle stesse polveri che denuncia.
Per quelli che avessero dubbi su chi siano quei "coloro" messi lì, chiedere alla politica ed alle Istituzioni.
Piangi antica Taras, piangi serva Italia.
Piangi triste terra di morte.
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