Dopo avere letto "Aria Sottile" di Jon Krakauer, con la sua versione dei fatti che portarono alla tragedia sull'Everest del 10 maggio 1996, mi ero ripromesso di leggere il libro di Anatolij Bukreev.
Come krakauer, anche Anatolij quel giorno era sull'Everest e nel libro racconta la sua di versione.
Che la storia di Krakauer avesse delle palesi illogicità, lo si capiva subito, ma ora che ho letto il libro "Cronaca di un salvataggio impossibile-Everest 1996, di A.Bukreev,G.Weston DeWall" ho capito tante cose.
Non avevo dubbi sul fatto che Bukreev in quel giorno terribile fosse stato un eroe, ma è solo leggendo il libro che ho colto davvero il valore del suo sconfinato altruismo.
Il dolore provato per il fatto di non aver potuto salvare tutti i dispersi nella tormenta, l'ha segnato in modo profondissimo. Soprattutto il non essere arrivato in tempo dal suo amico Scott Fischer e il non aver potuto salvare la giapponese Yasuko Namba. Nel libro sono riportate diverse foto del prima e del dopo la tragedia, dalle quali si vede chiaramente il dolore negli occhi di Anatolij, anche a distanza di tempo.
Del resto, egli stesso racconto dei continui incubi notturni che hanno funestato la sua breve vita.
Del resto, egli stesso racconto dei continui incubi notturni che hanno funestato la sua breve vita.
Si perché, come tanti, troppi eroi, purtroppo anche Anatolij non c'è più.
Nel 1997 è stato travolto da una valanga sull'Annapurna. Solo un anno dopo la tragedia sull'Everest.
Ho già preso il libro di Simone Moro, "Cometa sull'Annapurna", che racconta proprio della triste scalata col suo amico Anatolij. Spero di non intristirmi troppo nel leggerlo.
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