Un assedio alla civiltà.
Questo sembra l'Italia di oggi.
Gli italiani si sono asserragliati nel fossato, con l'acqua alla gola e i caimani a spolparsi i più deboli, mentre il drago sputa fuoco e fiamme dalle narici pelose.
I viveri nel castello stanno terminando e un cadavere morto di peste è già stato gettato oltre le mura.
I pozzi sono stati avvelenati, i ponti distrutti e l'unica via d'accesso è bloccata da un'orda di mercenari al grido di vaffanculo.
Il mago ha recitato il suo sortilegio e le campane suonano a morto.
La civiltà del popolo italiano è in agonia.
Nessun rimedio, nessuna cura.
Aspettiamo la morte, senza serenità però.
La nostra civiltà si sta spegnendo in un grido di dolore; anzi, no. E' un rantolo arrogante che risuona in ogni dove e rinvigorisce quel populista e i suoi troll che pensa che per rinascere basti un vaffanculo a favore di telecamere (o in diretta streaming).
Ah, per quello che può valere, vorrei che si sappia che quel vaffanculo non è urlato anche a mio nome.
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