Premesso che non credo assolutamente che la politica nostrana , seconda "azienda italiana" (la prima purtroppo è la criminalità organizzata), possa davvero auto-castrarsi rinunciando ai finanziamenti pubblici, vorrei illustrare come la in merito.
Il problema non sono i finanziamenti pubblici in quanto tali, ma lo scandaloso utilizzo che se ne fa.
Tagliare qualsiasi forma di finanziamento pubblico alla politica, scaricando sul settore privato l'onere economico del suo sostentamento (non crederete che i nostri politici possano far politica gratis spero), può determinare solo 2 cose:
- esplosione del problema lobby, già abbastanza sostanzioso in Italia (negli USA abbiamo un'idea di quanto sia pericolosa e dannosa una politica così pesantemente governata dai lobbisti delle aziende private).
- impossibilità di partecipare alla vita politica per persone "normali" e non ricche o potenti (già così è complicato, figurarsi senza finanziamenti pubblici).
Insomma, il modello che esclude finanziamenti pubblici dei partiti può solo determinare un'americanizzazione del nostro sistema politico, con evidente peggioramento della situazione.
Questo non vuol dire che le cose debbano rimanere come sono.
Ma come sempre succede in Italia, si lascia completamente "scoperto" un problema, permettendo il proliferare del peggior malaffare possibile per poi, allo scoppiare dello scandalo, castrare il tutto con una norma esasperata che peggiora le cose.
Si perchè, a parte che troveranno comunque il modo di rubare lo stesso (basta guardare l'invenzione del "rimborso elettorale" subito dopo lo scandalo di tangentopoli), elimineranno quel pò di buono che c'è nella filosofia dell'impianto attuale, costruendo il solito sistema così complicato dal non essere applicabile.
Si perchè, a parte che troveranno comunque il modo di rubare lo stesso (basta guardare l'invenzione del "rimborso elettorale" subito dopo lo scandalo di tangentopoli), elimineranno quel pò di buono che c'è nella filosofia dell'impianto attuale, costruendo il solito sistema così complicato dal non essere applicabile.
Ognuno avrà la sua ricetta e, nel solito stile del bilancino, il compromesso raggiunto sarà un'amplificazione dei difetti di ogni modello proposto.
Risultato?
Ci ritroveremo tra 10anni a fare gli stessi discorsi, schifati su quanti soldi si sia pappata la politica.
Ci ritroveremo tra 10anni a fare gli stessi discorsi, schifati su quanti soldi si sia pappata la politica.
Ma è così complicato chiedere che le leggi così severe con noi normali cittadini siano valide anche per i politici?
Basterebbe introdurre un concetto da prima elementare per risolvere la questione: se sottrai i soldi pubblici dal partito, utilizzandoli per fini non legittimi, semplicemente vai in galera. E invece? Invece si perdono le giornate a discutere se un politico che ruba i NOSTRI SOLDI debba o no dimettersi.
Ridicolo.
Ridicolo.
Mi chiedo perchè un qualunque dipendente pubblico che spende dei soldi dell'Ente per fini personali finisca in galera ed è licenziato (giustamente), mentre un "dipendente pubblico apicale" come un politico no.
Il problema non è che i partiti spendono 1 ed ottengono 5 in termini di rimborsi (perchè comunque è un metodo per finanziare la politica, non la singola tornata elettorale), ma che non ci sia NESSUN CONTROLLO SULLE SPESE E, SOPRATTUTTO, NESSUNA VERA SANZIONE PER CHI RUBA.
Il problema non è che i partiti spendono 1 ed ottengono 5 in termini di rimborsi (perchè comunque è un metodo per finanziare la politica, non la singola tornata elettorale), ma che non ci sia NESSUN CONTROLLO SULLE SPESE E, SOPRATTUTTO, NESSUNA VERA SANZIONE PER CHI RUBA.
Per risolvere il problema basterebbero davvero pochi paletti:
1) il bilancio deve essere certificato da 3 diversi organi super partes (di cui almeno uno straniero) e pubblico (e da rendere disponibile in qualunque momento)
2) tutte i movimenti economici del partito devono essere pubblici e trasparenti.
3) in caso di truffe, falsi in bilancio, ammanchi o generiche anomalie economiche, il tesoriere ed il rappresentante legale del partito devono rispondere penalmente per i reati accertati, rispondendo in solido per le somme sottratte e/o mancanti.
4) chiunque risulti condannato per reati che ne escludano la possibilità di lavorare nel pubblico impiego, non potrà ricoprire nessun incarico politico di qualsiasi tipo, neanche all'interno di un partito. In sostanza, se non puoi partecipare ad un concorso pubblico per bidello (un esempio a caso), non devi divenire "onorevole", semplice consigliere comunale, amministratore pubblico o ricoprire un qualsiasi incarico in un partito politico che, per sua natura, risulta comunque di carattere pubblico.
Ecco, magari i nostri "eroi" continuerebbero a rubare lo stesso ma almeno, una volta beccati, sarebbero fuori per sempre.
Ma è proprio per questo che non faranno niente del genere.
Ma finchè il popolo tollera e lascia fare, evidentemente hanno ragione loro!
Ma finchè il popolo tollera e lascia fare, evidentemente hanno ragione loro!
Insomma, se la politica fa schifo è soprattutto colpa nostra che restiamo inermi ed indifferenti alle loro porcate.
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