venerdì 6 aprile 2012

L'AQUILA TRE ANNI DOPO

Le indegne promesse (indegne perchè non mantenute) di chi ha cinicamente approfittato del terremoto per incamerare facili consensi elettorali sono ancora lì insieme alle pietre, alle crepe ed ai calcinacci.
L'Aquila a tre anni dal terremoto è una ferita più aperta che mai.
L'orgoglio degli aquilani è tanto e alla fine riavranno la loro città. 
Ma sarà solo merito loro.
Perchè le promesse sono rimaste solo promesse.
Le "niù taun" (come amava chiamarle chi sappiamo) sono l'ennesimo sperpero di denaro pubblico (delle casette di barbie costruite con i lego e pagate come fossero lastricate d'oro), per favorire la cricca e gli amici degli amici. 
Si possono promettere un milione di posti di lavoro, meno tasse per tutti e un nuovo miracolo italiano, avendo ben in mente solo slogan vuoti,  pensati dai pubblicitari per le campagne elettorali.
Si possono firmare contratti capestri con gli italiani, guardandosi bene da rispettarli (se almeno 4 su 5 di questi impegni non saranno mantenuti, non mi ricandiderò...bla bla bla...abbiamo visto infatti).
 Ma non si può approfittare del dolore di chi ha perso tutto.


Tre anni sono passati e poco o nulla è cambiato.
I media e le TV hanno abbandonato L'Aquila da molto tempo, cancellandola con oscena indifferenza, ancor peggio della scossa. Forse per evitare di dover dar conto delle tante promesse fatte da chi poi non le ha mantenute?

Ma davvero chi, abbracciando signore anziane in lacrime a favore di telecamere, ha sfruttato il dolore con indegne promesse poi disattese è tanto diverso da chi la notte del sisma rideva al telefono?
No.
E allora perchè gli italiani sono così indulgenti col primo e così determinati col secondo?

Vorrei davvero dimenticare tutto l'odio che inacidisce le mie membra, alimentato da questi cinici omuncoli, pensando che c'è un Italia migliore di questa.
Ma odio con tutto me stesso questi cinici sciacalli.

Dal 6 aprile 2009 anche io sono aquilano.
Il mio ultimo pensiero però è per le vittime e per i propri cari.

Viva l'Italia, viva L'Aquila, viva gli aquilani.

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