venerdì 2 agosto 2013

SENTENZA BERLUSCONI: CHI HA FATTO PALO?

Come tanti italiani, anche io ieri ho atteso la sentenza in stato di tensione e di ansia.
Avevo sinceramente paura che la facesse franca (ancora una volta), anche perché l'ipotesi del rinvio in appello (con successiva prescrizione) era la più gettonata tra i giornalisti.
Ho atteso le 19, poi mi sono stufato. Ho preso la bici e, insieme con Zupacchiotta, Saso e Manu, siamo andati a fare un "anello" sulla ciclabile di Lecco.
Ok, ok, non ho staccato completamente visto che avevo con me il lettore mp3 sintonizzato (a palla!) su Radio Popolare ma, considerato il mio stato, riuscire a pedalare è stato quasi un gesto di "disinteresse".
Peccato che, nell'avvicinamento a Lecco, i famosi monti dell'Addio del Manzoni hanno iniziato ad interferire non poco sul segnale e, come un pistolotto alla ricerca di campo per il cellulare, ho dovuto imbastire un "ballo del qua qua"con tanto di alzata scomposta di braccio, per eliminare i mille fruscii della radio.
I minuti passavano al ritmo delle pedalate e, vista l'afa insostenibile, tutto aveva assunto un che di appiccicaticcio; ma la mia ansia aveva raggiunto "cime ineguali, note a chi è cresciuto tra noi".
In più, come un Apollo 13 a due ruote, avevo attraversavo spesso lunghi tratti senza segnale radio e con un silenzio ovattato coperto a sprazzi dal fruscio dell'aria e dalla meccanica incerta del mio "bolide" (una MTB che definirei un "cancello coi pedali" del peso di 16kg!).
Arrivati a Lecco, Radio Popolare ha annunciato l'imminente arrivo della sentenza.
Panico!
Sentivo e non sentivo, e tutto mentre affrontavamo il passaggio sul Ponte Vecchio  col "ghigno dentato" del Resegone a sfotterci. Ho urlato a Saso qualcosa tipo "la sentenza! La sentenza!", ma ha fatto spallucce e ha continuato a pedalare imperterrito.

Frustrato dai disturbi della radio, mi sono fermato in mezzo al ponte ed ho atteso qualche secondo, giusto il tempo di pensare a quella famosa scena di Fantozzi: chi ha fatto palo?
Ma si che ve la ricordate!

Giusto il tempo di deridermi ed il giudice ha iniziato a leggere la sentenza.
Vorrei fare il figo, ma non posso nascondermi dietro un dito. 

La sentenza è stata scritta per tener lontani i deboli di cuore, ed infatti in tanti non hanno capito niente.
Subito è arrivato il rigetto del ricorso degli altri 3 imputati e questo mi ha preoccupato. Perché tenere Berlusconi separato dagli altri, visto che per quelli hanno confermato la condanna?

Poi è arrivata quel tremendo "annulla" riferito alla sentenza d'Appello per Berlusconi e lì devo aver urlato una parolaccia (a favore di cigni, visto che c'erano solo pennuti nelle vicinanze).

Il tempo di arrivare a quel "limitatamente" e mi sono un po' disteso.
Anche grazie al "conferma" riferito al resto della sentenza d'appello ed alla lucidità del bravo giornalista di Radio Pop, sono risaltato in sella e ho superato il ponte.


La prima cosa che ho pensato?
Che quel ponte è stato evocativo.
L'Italia è rimasta sospesa sul quel ponte per venti lunghi anni ma, alla fine, la giustizia ha trionfato.

Quando mi sono affiancato a Saso per avvisarlo, aveva già capito.
Ci siamo abbracciati senza dire niente.
Ho anche una foto che coglie un istante nel quale esulto tipo "urlo di Tardelli" (ve la allego sotto).
Si, perché ieri abbiamo vinto i mondiali!






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