Sto attraversando una profonda crisi politica interiore.
Per tutta la vita, da quando posso votare, non ho mai avuto dubbi.
Partito Comunista finché è esistito, poi Rifondazione Comunista, in qualche occasione Comunisti Italiani e, ultimamente, SEL di Vendola.
Oggi faccio davvero fatica a continuare così.
No, non mi sono ricreduto e non ho cambiato le mie idee politiche. Penso sempre che i concetti di uguaglianza tra gli uomini e di giustizia sociale, puntelli essenziali dell'ideologia comunista, siano fondamentali per avere una società ed un mondo migliori.
Ma con l'esperienza ho capito che non bastando delle grandi idee, servono anche dei grandi uomini a sostenerle.
E dove sono questi grandi uomini oggi?
Li avete visti i politici di questa Sinistra?
Gente che si vende al nemico per un piatto di lenticchie.
E non parlo solo dello scontato PD, un'accozzaglia di ex democristiani o di figli di papà col cuore e col portafoglio a destra. Parlo anche dei Compagni in prima linea e di quelli che ancora non si vergognano di dirsi comunisti.
Si, perché dopo 20 anni di lobotomia televisiva del padrone, dirsi comunista oggi è come darsi del dittatore sovietico che mangia i bambini. La gente ti guarda come fossi un mostro, un serial killer.
Questi sono gli effetti della propaganda berlusconiana inculcata con chirurgica e diabolica precisione grazie alle televisioni.
Non mi vergogno e non mi vergognerò mai di dirmi comunista, perché so di essere nel giusto.
Mi vergogno però dei Compagni che hanno distrutto il sogno.
Se andremo alle elezioni anticipate, non saprò per chi votare.
Per la prima volta in assoluto credo che mi asterrò.
Sono schifato da questa politica e da questa società.
Sono schifato dalla TV e dall'opinione pubblica.
Sono schifato da tutto e tutti e quindi mi dimetto da cittadino.
Non voterò perché quest'Italia non mi rappresenta.
La vera crisi non è quella economica, ma quella etica, civile e morale.
Vivo uno stato di deprivazione sensoriale, perché non mi rassegno a questo stato di cose.
E visto che non intravedo speranze di cambiamento, mi chiudo nel buio di una tristezza ovattata e priva di stimoli.
Mi dimetto, senza vitalizi o prebende.
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