Ho sempre pensato che la sostanza sia infinitamente più importante della forma, con alcune rare eccezioni.
Il post comparso sul blog di Beppe Grillo "Se questo è un Paese", "liberamente ispirato alla poesia <<Se questo è un uomo>> di Primo Levi", rappresenta proprio una di queste eccezioni.
Condivido quasi integralmente la sostanza del testo del post, ma l'aver usato e modificato a proprio uso e consumo i versi di Primo Levi rappresenta per me una vera e propria profanazione etica,morale e civile.
Non voglio unirmi al coro di quelli che inveiscono contro Grillo, vedendo dietro a questo post chissà quale ragionamento perverso, ma ritengo che sia stata una caduta di stile incredibile,impensabile.
Ma nel post, oltre all'ignobile utilizzo della poesia di Levi, viene riportata anche un'oscena foto ritoccata: nella foto che mostra dell'insegna dell'ingresso al campo di concentramento, "Arbeit macht frei" è stato modificato in "P2 macht frei". Una porcheria che lascia senza parole.
Non so se sia stato quell'acuto senso di onnipotenza che coglie chi si trova a vestire i panni del capopopolo o più semplicemente una sciatteria etica, ma credo che Grillo farebbe bene a chiedere scusa, chiudendo in questo modo la cosa
Ora, spero davvero che Grillo si renda conto e proceda nell'ordine a:
- chiedere scusa pubblicamente;
- cancellare quell'ignobile post;
- chiedere nuovamente scusa pubblicamente;
Per il rispetto che ogni uomo giusto deve alla memoria di milioni di persone uccise dalla follia nazi-fascista, per il rispetto che ogni uomo deve alla propria dignità ed a quella di ogni altro essere umano, si deve ricordare la Shoah solo ed esclusivamente per commemorare le vittime,per non dimenticare e per far sì che non accada mai piu'.
Chiunque giustifichi quel post con motivazioni quali "è stato un modo per parlare di Primo Levi" o sminuendo la gravità della cosa, si vergogni almeno quanto chi l'ha scritto.
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