Ho appena finito di leggere l'ultimo libro di Saviano e, pensando di farvi gradita, formulo qualche considerazione in merito.
Quando ho comprato il libro, l'ho fatto per 3 ragioni specifiche: perché Saviano è un eroe dei nostri tempi e, proprio per questo, nel mio piccolo cerco di sostenerlo sempre e comunque; perché i suoi scritti sono sempre molto profondi; perché ignoravo quasi completamente l'argomento.
Dopo la lettura posso dirvi che solo l'ultimo punto ha disatteso le mie aspettative. Pensavo che Saviano fornisse una sorta di "manuale" per riconoscere i cocainomani e per fornire gli strumenti utili all'interpretazione dei "segnali" tipici del drogato e invece, nel testo è riportata una poderosa ricostruzione storica dei "cartelli" dei narcos colombiani e messicani. Non che il racconto non sia avvincente, anzi, ma immagino che il pubblico gradirà meno di Gomorra, non fosse altro che perché si parla di personaggi quasi sconosciuti ai non addetti ai lavori (a parte Pablo Escobar, degli altri ignoravo quasi del tutto l'esistenza).
Come sempre Saviano scava nel profondo restituendo cifre, nomi, vicende, esempi, spiegazioni, tutto.
Quello che lascia davvero senza fiato è il giro di soldi che macina il "mulino" che genera quella che può dirsi la "forfora del diavolo". Miliardi su miliardi.
Per capire, basta citare uno dei tanti aneddoti che lo scrittore racconta: nel momento d'oro, uno dei signori del cartello messicano spendeva 2500 euro al mese in elastici.
Direte voi : e quindi?
Gli elastici gli servivano per legare i mazzetti di banconote!!!
Del resto, si spiega anche che chi gestisce i traffici le banconote non le conta: le pesa.
Si perché sono talmente tante che si fa prima a pesarle.
Il primo capitolo è spettacolare (tra l'altro l'aveva già letto da Fabio Fazio) ma è sull'ultimo che voglio spendere altre due parole.
Nell'ultimo capitolo Saviano abbandona l'argomento coca per scrivere quello che a me è sembrato un urlo di dolore e di disperazione. Scrive probabilmente con le lacrime agli occhi mentre racconta quanto sia pesante la sua situazione ma, soprattutto, quanto sia difficile accettare tutto questo, dovendo pure sentirsi infangato dai tanti infami che lo accusano di aver "fatto i soldi".
Quando ho chiuso il libro ho provato una pena profonda per la sua situazione ma anche un moto di speranza.
Saviano è e sarà sempre un eroe per quella che può dirsi l'Italia migliore.
E' un esempio per i giovani e per tutti quelli che credono che un mondo migliore sia possibile.
Sosteniamo Saviano.
Comprate il libro, anche perché è un grande libro.
Viva Saviano. Viva la Campania. Viva il Sud. Viva l'Italia tutta.
Che si chiami mafia, 'nrangheta, camorra o chissà come, la criminalità organizzata FA SCHIFO!!!!
NB:
So che sto per dire un'eresia, ma, dopo questa lettura così importante, ora ho deciso di mollare un pochino: per questo ho appena iniziato "Inferno" di Dan Brown. Il sempre troppo sopravvalutato scrittore de "il codice Da Vinci" mi ha già ripetutamente deluso in passato ma, visto che questa volta ha puntato su Dante (una delle mie mille fissazioni), voglio dargli fiducia. Speriamo bene (comunque appena lo finisco vi aggiorno così, caso mai dovesse essere una patacca, almeno voi eviterete di spendere ben 25euro alla cazzo)
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