domenica 16 giugno 2013

"INFERNO" DI DAN BROWN E DI PAPITO!

Ho finito di leggere l'ultima fatica di Dan Brown e, come promesso, esprimo qualche considerazione in merito.

Primo, in assoluto più importante, è il consiglio a NON ACQUISTARE questo libro.
Vi assicuro che è uno dei libri peggiori che abbia mai letto in vita mia (e di porcherie ne ho lette!)


Una schifezza indegna. 
522 pagine di banalità, luoghi comuni sull'Italia, pseudo colpi di scena telefonati almeno 50 pagine prima, misteri e anagrammi da bambini, solfa, buoni sentimenti a tanto al kilo, e tanto tanto altro.
Vedere il professor Langdon spremersi le meningi per risolvere "enigmi" ridicoli in quanto a semplicità è offensivo per l'intelligenza.

Potrei fare decine di esempi, ma sinceramente mi schifo.
Quello che posso dire è la cosa che più mi ha disturbato: approfittando in modo indegno della genialità di Dante Alighieri, Dan Brown ha scritto un libro che sembra una guida turistica di basso livello, infarcita di patetici "spiegoni" su quella  o quell'altra opera d'arte, pensando di rivolgersi evidentemente al solo pubblico americano. Le descrizioni di Firenze e delle sue opere d'arte rasentano quelle di una ricerca di seconda elementare. E poi i luoghi comuni...mamma mia, una roba ridicola. Il Duomo, il Battistero, la Porta del Paradiso, l'enigma del Vasari (e della famosa e perduta Battaglia di Anghiari di Leonardo), Palazzo Vecchio, il Corridoio Vasariano, gli Uffizi, la Loggia dei Lanzi, il Ponte dei Sospiri, ecc, ecc; il Prof. Langdon nelle sue investigazioni si muove tra questi luoghi, non lesinando "spiegazioni", come detto,  da guida turistica economica. 

Ma Brown non si risparmia e quindi, dopo averci fracassato gli zebedei per due-trecento pagine su Firenze, poteva sottrarsi dallo spostare il "dramma" niente meno che a....Venezia?
E se a Firenze i luoghi erano quelli detti, secondo voi  Venezia dove potrà mai andare il "genio" di Langdon?
Piazza San Marco.
Ma dai?
E secondo voi potevano mancare il gondoliere marpione? I Cavalli di San Marco? La Pala d'Oro?
Certo che no!

Ah, poi, dimenticavo: le ripetizioni. Tutto il libro è infarcito di continue ripetizioni di "spiegoni" già "spiegati" e, questo, non fa che restituire al lettore la sensazione di leggere la sceneggiatura di una soap opera tipo Beautiful.

E poi, incredibilmente nel libro c'è pieno di pubblicità occulta. Da non credere. Vengono citati prodotti di vari tipi, quali ad esempio marche di acqua minerale, nomi di ristoranti, Hotel, software per il PC, telefonini, applicazioni web, compagnie aeree, ferroviarie, tanta tanta pubblicità occulta.
Certo, qualcuno potrà obiettare sul fatto che citare ad esempio Google o l'Iphone non può essere considerata pubblicità occulta, visto l'enorme visibilità di questi marchi.
Ma l'impressione resta, soprattutto considerando che, in altri casi, Brown si lancia in descrizioni criptiche di oggetti per i quali, in analogia con quanto fatto per esempio con l'Iphone o l'acqua minerale, potrebbe semplicemente indicarne la marca. Se ne guarda bene, un po' come in quei film degli anni '70 nei quali la marca che ha pagato è bella in mostra, quella che si è rifiutata viene nascosta dalle mani dell'attore o da qualche impallamento della telecamera.

Insomma signori, i 25 euro (!) peggio spesi della mia vita (credo)!!!!
Prima di chiudere questo post, vorrei implorarvi di nuovo di non comprare e, soprattutto, di non leggere questo libro.
Avrei tante altre cose da dire, ma sinceramente il solo ricapitolare la storia mi infastidisce.
Vi lascio con uno dei tanti "enigmi" da premio nobel riportati nel testo e che Langdon risolve in una cinquantina di pesanti pagine:
cosa celerà la parola seguente?

CATROVACER
.......
non bisogna essere un genio per capirlo, ma Langdon per "risolvere" questo "portentoso" anagramma scomoda niente meno che l'ordine con quale Dante ha sviluppato le Malebolge nel suo inferno.
Ridicolo!
Ne ricorda infatti l'ordine esatto e, visto che ogni lettera della parola "catrovacer" corrisponde ad una Malabolgia, sposta le lettere nel modo corretto scoprendo così niente meno che l'irrisolvibile mistero celato dietro questa astrusa sequenza di lettere è niente meno che ....CERCATROVA!
Non scherzo.
Giuro.
E con questa minchiata, tiene il lettore "inchiodato" per non so neanche quante pagine.
Ma la cosa più sconvolgente è scoprire che, una volta risolto l'enigma, Langdon si piazza nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, dove c'è il famoso affresco del Vasari che in un angolo riporta lo stesso enigma.
Quindi direte voi, scopre finalmente quello che tanti pensano e cioè che il Vasari ha coperto l'ormai rovinato affresco della Battaglia di Anghiari di Leonardo?
Ma che!
L'enigma svelato, il suo "cercatrova" si perde nelle pagine del libro insulso, mostrando di essere fine a se stesso. Insomma, l'impressione è che Brown lo inserisca nel libro solo per approfittare del mistero legato  ancora al famoso affresco del Vasari (e di Leonardo) e per citarlo in modo puramente nozionistico.
Come tutto il resto del resto.
Un'accozzaglia infima.
Infine, posso garantirvi che non mi perdonerò mai di aver letto questa porcheria.
Perché lo sapevo che finiva così.
Con "Angeli e Demoni" ho avuto le palle di fermarmi subito, appena ho capito che schifezza fosse (credo a pag.50).

Ultimissima "chicca al contrario", per farvi capire quanto spinga sul luogo comune dell'italiano porco maiale con le donzelle, soprattutto se turiste, vi svelo il nome di una comparsa italiana del libro che guida un motoscafo nella laguna di Venezia. Mentre Dan Brown ripete un paio di volte al lettore che l'italiano che guida il motoscafo fa l'occhiolino alla ragazza che accompagna Langdon, ne svela anche il suo nome: 
Maurizio Pimponi.
Ora, vista la mia infelice passione per gli anagrammi da bambini, volete che non mi scappi di anagrammare quello strano cognome?
PIMPONI = POMPINI.
E non mi sono servite 50 pagine per capirlo prof. Langdon!

NB: lo so che questo cognome compare nella versione tradotta in italiano e che non ho la certezza che si trovi anche nella stesura originale di Brown (immagino in inglese). Ma chi ha tradotto il libro per la Mondadori non può non aver notato la cosa. Ad inserire l'infelice cognome è stata o la Mondadori (e qui sfido chiunque a parlare di anagramma frutto di coincidenza) o lo Stesso Brown (in tal caso, lascio il dubbio che si tratti effettivamente di un caso).

NB: egr. Mr. Brown, Dante si sta rivoltando nella tomba. Che come lei sa non si trova a Firenze perché, visto che i Guelfi e i Ghibellini bla bla, bla bla,...ecco, questo è  l'esempio di come spuntino gli ignobili "spiegoni" del libro.... 


6 commenti:

  1. Critica secondo me esagerata, e di parecchio.
    Il libro forse non è "divino" come la commedia, ma è nel range dei libri perlomeno "buoni".

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  2. Se passa da casa mia le regalo la mia copia. Lo spazio che occupa nella mia biblioteca vale di più se resta vuoto. Saluti

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  3. Buonasera Papito, la realta' e' sempre molto democratica e quindi, quando una cosa non piace e' giusto esprimere il proprio parere. Vorrei solo aggiungere un piccolo dettaglio di modo che la "sua" realta' non diventi troppo fantasiosa. I cognomi possono essere essere buffi e' vero (per quello che riguarda il mio condivido), ma poco infelici, e, per evitare che il suo spirito critico si trasformi in quello di uno Sherlock Holmes dalla "infelice" passione per gli anagrammi da bambini (che magari le fa vedere i messaggi subliminali dovunque), le confermo che il nome sul libro e' il mio (Maurizio Pimponi) e benche' anagrammabile in vari modi non e' un nome d'arte, ma.......un nome. Quindi prima che lei denunci Dan Brown per circonvezione di incapace o plaqgio mentale, le riconfermo che "sfortunatamente" il nome Maurizio Pimponi, anche nella versione inglese, e' reale e relativo ad una persona: Io.
    Felice se le ho tolto un peso, rimango giustamente e democraticamente indifferente al fatto che il libro mi "sembra" che non le sia stato gradito.

    Cordiali saluti

    Maurizio POMPINI :-)

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  4. buonasera.sig.Pimponi,
    naturalmente le porgo le mie scuse più sentite e, qualora lo ritenesse necessario, provvederò a stralciare dal mio post originale il riferimento all' "infelice" anagramma.
    Non le nascondo pero' che la sua risposta è di una simpatia folgorante e vorrei restasse sul Blog per sollevarmi l'umore quando sono triste!
    Tre ultime considerazioni:
    1) Immagino che abbia letto il libro in questione ed avrà la sua opinione in merito. E' questo il bello della democrazia: ogni idea è rispettabile in egual misura.
    2) "sfortunatamente" la mia infelice passione per gli anagrammi da bambini è incurabile (sono anni che cerco cure adeguate)
    3) che il libro non sia stato di mio gradimento si è capito vero?

    saluti

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  5. Buongiorno Papito naturalmente puo' conservare il post nella sua totalita' ci mancherebbe, mi piace la democrazia, quando esiste, in tutte le sue forme :-); mi sembra di intravedere, come per il sottoscritto, una certa propensione all'ironia, e quindi mi piace, e' che l'avevo avvertita un po' aggressivo sul post, se incontrasse Dan Brown di persona forse andrebbe protetto (LUI)!!! e...si....traspariva qualcosa sul suo scarso gradimento sul libro. Non si preoccupi sono convinto che nel prossimo libro Dan Brown sapra' riconquistarla o per lo meno sono abbastanza convinto che il mio Anagrammabilissimo Cognome non sara' tra i personaggi :-).

    P.S. tra l'altro il libro non l'ho ancora letto quindi sul giudizio non posso argomentare.

    Cordiali saluti

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  6. Ah non l'ha letto?
    Allora il mio consiglio può ancora esserle utile: non lo legga!
    Auguro invece a Dan Brown di rifarsi col prossimo libro o, alla peggio, di cambiare genere (magari con una virata sul comico puo' fare meglio). Alla fine,incredibile ma vero, sono contento di aver comprato il libro, perché resterà da monito per i miei futuri acquisti "incauti".
    Dopo il suo commento, per semplice curiosità, ho fatto una mini-ricerca in rete.
    Ho "scoperto" di non essere stato l'unico a pensar male anagrammando il suo cognome.
    Ma del resto la rete è o non è un covo di complottisti malati di anagrammismo cronico?
    La saluto cordialmente:)

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