Purtroppo però spesso, spessissimo, questa dose normale viene amplificata in modo molto deleterio, trasformando tanti uomini in tristi schiavi della competizione esasperata.
Tranne casi rarissimi, l'amplificazione non riguarda anche capacità e talento e, quindi, ci si ritrova a lanciare sfide e ad accertarle, perdendo o vincendo a seconda dei casi.
Gestire le vittorie è semplice per chiunque, più complicato è avere a che fare con le sconfitte.
Che siano piccole o grandi cose, ogni sconfitta crea microfratture nel vetro fragile dell'autostima e non c'è niente da fare. Presto o tardi arriva il crash.
Si perdono gli amici, si diventa intrattabili, si rovinano i rapporti sentimentali e familiari, si resta soli a combattere una guerra persa in partenza.
Ci si ritrova infantili e brutti dentro. Insopportabili.
Si ma quali sono le cause di questi scompensi?
Escludendo traumi specifici o problemi genetico-sanitari, credo che si debba guardare all'infanzia ed ai propri genitori. Madri troppo ossessive, pretendono che i figli siano un incrocio tra Mozart, Einstein e Alberto Tomba, e per questo li iscrivono a mille corsi differenti (uno strumento musicale, la piscina, la scuola calcio, ecc), accettando solo i numeri uno. Il proprio figlio deve essere il primo della classe, che si tratti di scuola o di qualunque altra cosa.
Il problema è che queste madri non tollerano la normalità e le sconfitte che, stante il libero arbitrio, naturalmente arrivano. La conseguente insicurezza del bambino "sconfitto" è il riflesso condizionato che ci si trascinerà fino in età adulta.
Quanti quarantenni hanno problemi del genere?
Molti.
Si ma quali sono le cause di questi scompensi?
Escludendo traumi specifici o problemi genetico-sanitari, credo che si debba guardare all'infanzia ed ai propri genitori. Madri troppo ossessive, pretendono che i figli siano un incrocio tra Mozart, Einstein e Alberto Tomba, e per questo li iscrivono a mille corsi differenti (uno strumento musicale, la piscina, la scuola calcio, ecc), accettando solo i numeri uno. Il proprio figlio deve essere il primo della classe, che si tratti di scuola o di qualunque altra cosa.
Il problema è che queste madri non tollerano la normalità e le sconfitte che, stante il libero arbitrio, naturalmente arrivano. La conseguente insicurezza del bambino "sconfitto" è il riflesso condizionato che ci si trascinerà fino in età adulta.
Quanti quarantenni hanno problemi del genere?
Molti.
Ma il discorso è troppo lungo e devo uscire.
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