Scritta nell'ottocento dal grande Giuseppe Gioacchino Belli, questa poesia è sempre attuale.
Anzi, sembra scritta proprio per il governo di Matteo Renzi, per i suoi tanti slogan vuoti e,soprattutto, per il popolo che crede alle promesse farlocche.
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ER BON GOVERNO (G.G.Belli)
Un bon governo, fijji, nun è quello
che vv’abbotta l’orecchie in zempiterno
de visscere pietose e ccor paterno:
puro er lupo s’ammaschera da aggnello.
Nun ve fate confonne: un bon governo
se sta zzitto e ssoccorre er poverello.
Er restante, fijjoli, è tutt’orpello
pe accecà ll’occhi e ccomparí a l’isterno.
Er vino a bbommercato, er pane grosso,
li pesi ggiusti, le piggione bbasse,
bbona la robba che pportàmo addosso...
Ecco cos’ha da fà un governo bbono;
e nnò ppiàggneve er morto, eppoi maggnasse
quant’avete, e llassavve in abbandono.
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