martedì 31 dicembre 2013

VILLAGGIO OPERAIO DI CRESPI D'ADDA

Oggi, prima del cinema e vista la giornata di sole, ho convinto Saso e Zupacchiotta a fare un salto allo splendido "villaggio operaio" di Crespi d'Adda. C'eravamo già stati in passato, ma il fascino di questo piccolo borgo di fine '800 è tale da meravigliare anche chi ci torna spesso.
(Qui il sito ufficiale)
Naturalmente non penso che all'epoca gli operai facessero una vita invidiabile, ma credo che la loro situazione fosse comunque (di gran lunga) migliore di quella dei lavoratori precari di oggi.
Se confrontiamo poi gli imprenditori del tempo, in questo caso i Crespi, con quelli odierni, i primi appaiono come dei veri e propri illuminati. Tranne rare (rarissime) eccezioni, niente a che vedere con i cinici, avidi e ignobili "prenditori" di oggi!
L'impressione è che i Crespi avessero colto quello che è uno dei principi basilari della buona impresa: il benessere dei propri lavoratori è un valore aggiunto che ritorna all'imprenditore in termini di qualità del lavoro e, quindi, di "prodotto" fornito. La fortuna di un'azienda è legata alla qualità del prodotto realizzato (o servizio fornito), la quale è a sua volta legata alla qualità del lavoro e, in una catena indissolubile, al benessere dei lavoratori. 
Un principio che oggi è stato di fatto sacrificato all'altare del profitto, da massimizzare ad ogni costo, calpestando la dignità dei lavoratori nell'indifferenza assoluta (leggi complicità) di chi dovrebbe vigilare (lo Stato?). Il benessere di un'azienda, se vuole essere duraturo (o permanente), non può prescindere dal benessere della comunità. I nostri "prenditori" di oggi invece sanno solo sfruttare, delocalizzare,precarizzare, speculare, devastare (risorse e natura) e, presto o tardi, fallire!
  
Se avete la possibilità, fate una gita a Crespi d'Adda. Merita davvero!
Ah, è stato anche patrimonio dell'umanità UNESCO (e questo, fortunatamente, l'ha salvato dallo scempio della speculazione edilizia!).
Tra le molte curiosità, ve ne segnalo solo 2:
- la chiesa che i Crespi vollero realizzare per il loro villaggio è una copia in scala ridotta del Santuario di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio (perché erano originari di Busto);
- sulla porta del mausoleo del cimitero, è riportata la seguente scritta latina : 
  "Mors et vita duello conflixere mirando: mors mortua est"
   (Morte e vita si sono affrontate in un duello prodigioso: la morte ha perso) 

Vi lascio qualche foto della nostra visita.


(la villa/castello padronale)

la chiesa (copia di quella di Busto Arsizio
(il busto del Crespi)) 

(il cotonificio)

(l'ingresso centrale del cotonificio)

(sempre l'ingresso)

(la strada accanto al corpo fabbrica)

(uno dei lavatoi)

(altra veduta del cotonificio)

(in lontananza si vede il mausoleo) 

(il cimitero: il mausoleo in fondo; davanti le tombe dei bimbi, figli degli operai. Parecchi morti per la"spagnola")

(il mausoleo della famiglia Crespi, con le sue forme "esotiche")

(Veduta del cimitero dal mausoleo)

(un angelo "abbandonato" nella zona dell'ossario)

(la morte è una livella)

(il cancello in ferro battuto del cimitero: molti "fiori" sono stati rubati da mani indegne)

(andiamo via)


(una villa "dirigenziale")

(altra villa dei "dirigenti")

(la "fattoria" dei contadini)

Finita la visita, abbiamo puntato verso Trezzo d'Adda (posta a 1,5km da Crespi d'Adda)

(le montagne innevate dalla villa comunale)

(la Grigna dalla villa comunale)

(l'Adda dal ponte di Trezzo)

(la villa/castello di Crespi d'Adda, vista dal ponte di Trezzo)

(veduta dal ponte di Trezzo: il castello a sinistra, l'Adda e, in fondo, le montagne di Lecco)

(le montagne di Lecco dal ponte: a sinistra la Grigna, a destra il Resegone)


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